Consulenti commerciali tra pressioni, ricatti e incoerenze di indirizzi

Facciamo, in premessa, la non del tutto scontata (per chi, in azienda, legge e commenta) considerazione che per questa O.S. l’attività di consulenza e commerciale (in genere) è di primaria, se non di vitale importanza, assolutamente centrale per il raggiungimento degli obiettivi di business e, di conseguenza, dei ricavi aziendali. E che i risultati commerciali garantiscono, quindi, l’azienda nel suo insieme e migliaia di posti di lavoro.

Ciò detto, appunto in premessa, al fine di non essere in alcun modo “fraintesi” o “male interpretati” riteniamo doveroso approfondire i temi e le attività collegate al “sistema commerciale” di Poste, in M.P., nell’ultimo periodo, in particolare.

Quando di avvia un “progetto commerciale”, quando si delineano, ai Territori, le linee guida di un percorso commerciale, riteniamo sia irrinunciabile, per un’azienda, vuoi o non vuoi, elefantiaca, articolata, estremamente eterogenea nelle diversità culturali e territoriali, interne ed esterne, come la nostra, trasmettere messaggi CHIARI, indicare direzioni UNIVOCHE, attivare una filiera di comando che sia coerente con gli input centrali.

Tutto ciò è “normale” in qualsiasi azienda, ma a maggior ragione dovrebbe esserlo nella nostra, dove una virata di pochi gradi, come nelle grandi navi, deve essere pensata e comandata ben prima per produrre gli effetti desiderati.

Attivare, per molti versi, una vera e propria inversione di rotta e, comunque, una importante, sostanziale variazione di direzione rispetto agli in put di inizio anno ci sembra logico richieda “il tempo necessario” a trasmettere per intero le nuove logiche ed i nuovi indirizzi.
Soprattutto quando (negli ultimi mesi) le cinghie di trasmissione del comando non hanno certamente brillato per chiarezza e per coerenza.
Tutta la filiera dei Consulenti (ma anche DUP e sportellisti) è stata investita da una serie di messaggi contraddittori, sugli indirizzi commerciali e sugli attori che tali indirizzi dovevano interpretare.

Fino a sfociare, quasi ai giorni nostri, nell’esasperante, insostenibile sollecitazione, a chiudere ad ogni costo la Canvass Risparmio. Pena catastrofi varie per “un’azienda quotata in borsa”.

Strano che ci si accorga, a poco meno di sei mesi dalla chiusura, di rischiare di “bucare” un accordo con CCDDPP di durata triennale…
La realtà è che certi in put aziendali sono velocemente cambiati, che occorre confrontarsi con un nuovo management, ma anche che, inevitabilmente, sono iniziate “le grandi manovre” del middle management per presentarsi “al meglio” con la nuova realtà.
Si stressa, allora, la filiera dei Consulenti attraverso mezzi leciti e poco leciti, urbani e meno urbani.

Si sollecitano i DUP a controllare, stressare, asfissiare letteralmente i consulenti affinché abbiano ciascuno non meno di 5 appuntamenti in agenda, gran parte dei quali per lo stesso target di clienti. E che gli appuntamenti producano il risultato voluto. Come dire…” il cliente al centro”.

Molti “capi” ricevono “one to one” i consulenti esercitando nei loro confronti i le solite pressioni e le solite minacce. Come se i risultati o i mancati risultati dipendessero da questa “capacità” persuasiva che passa attraverso il ricatto esercitato al riparo di quattro mura.

Abbiamo l’impressione che più che pensare all’Azienda ed alle “necessità aziendali” si sia innescata una corsa al “si salvi chi può”.
Noi siamo stati e saremo sempre fermamente convinti, invece, che instaurare un clima sereno, creare in ogni ambiente di lavoro (sale consulenza comprese) il giusto equilibrio tra tensione al risultato e agibilità operativa, tra obiettivi sfidanti e sereno coinvolgimento, tra chiara visione del percorso e dell’obiettivo e sana comunicazione, sia il metodo migliore per portare a casa i risultati sperati.

Che non arriveranno certamente in risposta alle minacce od ai ricatti, o alla superficiale lettura delle difficoltà incontrate nelle Sale e negli Uffici. O attraverso un metodo che punta, esclusivamente, a condannare i Lavoratori e ad autoassolvere una classe dirigente autoreferenziale, assolutamente pronta a registrare anche le “sfumature” che partono dal Centro, ma altrettanto incapace di “cogliere” i segnali che arrivano dal basso. Dagli uffici, dalla clientela, dal Lavoratori.

Distinti saluti.
Palermo lì, 20 settembre 2017

IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL SICILIA
(Giuseppe Lanzafame)