PCL, caos senza confini: carenze strutturali anche tra le figure di coordinamento

E’ ormai ben noto il disimpegno aziendale in PCL, lo si coglie palesemente giorno per giorno in tutti i luoghi di lavoro, sia di ambito organizzativo che produttivo emergendo, con crescente evidenza, le inevitabili ricadute tutte in capo ai lavoratori ed alla clientela.

Tra le figure di responsabilità gestionale del settore il detto che campeggia è “tiriamo a campare”, facendo a gara per sottrarsi da qualsivoglia strategia o intervento utile a porre un freno all’inarrestabile declino.

Il grave stato in cui versa oggi PCL, dispiace dirlo, è anche il risultato della impalpabile incidenza delle gestioni sul territorio, dove neppure si prova a dare slancio ad iniziative dirette a “reggere” in qualche modo quel sistema, precario di per se, imposto dal centro.

Solo burocrati, attenti a schivare anche le più naturali dinamiche di ricambio o di reintegro, quanto meno, dei ruoli e delle funzioni strettamente indispensabili alla bisogna.

In Sicilia, da diverso tempo, risultano vacanti decine e decine di posizioni soprattutto nei settori produttivi, tutti ruoli delicati e strategici, figure indispensabili nei processi produttivi e ci riferiamo ai Capi Squadra, agli Operatori di Monitoraggio e Qualità, ai Supervisori, agli addetti all’Accettazione Grandi Clienti, giusto per citarne i principali.

Ogni giorno, nei vari Centri, per sopperire ai vuoti strutturali, occorre improvvisare o peggio sdoppiarsi su diversi ruoli, spesso saltando le procedure di lavorazione e persino annullare gli essenziali compiti di coordinamento delle “squadre” , indispensabili per il regolare andamento della produzione e quindi del recapito.

A chi dovrebbe interessare tutto ciò se non alla stessa azienda? Se in una catena operativa salta un ingranaggio è compito del Sindacato lanciare l’allarme e magari occuparsi del guasto o piuttosto del datore di lavoro che, in assenza di intervento, subirà ogni tipo di danno?

In compenso l’azienda si dimostra molto attiva nel lanciare i Job Posting, convocare i laureati, fare colloqui, effettuare le selezioni, formare le graduatorie di merito, illudere le persone. Ma di firmare i provvedimenti non se ne parla nemmeno. A che serve tutto questo spreco di tempo e di danaro? Nel frattempo, nei Centri, si alimentano caos e disagi e come sempre, a farne le spese sono i lavoratori e la qualità dei servizi, ormai ai minimi termini.

Tutto ciò è inaudito! CPD, CSD, CDM, CMP, ad Agrigento, a Caltanissetta, a Siracusa, a Catania, a Messina, continuano ad essere prive delle figure specializzate e professionalizzate per mandare avanti i servizi. Cosa aspettare ancora? Perché si blocca tutto? E’ possibile che un’azienda possa rimanere inerte rispetto alle più urgenti necessità?

Leggiamo di nuovi progetti e strategie che guardano al futuro di PCL, stringiamo accordi per favorire commesse e nuovo lavoro, ma il presente è sempre più allo sfascio e i tali condizioni è fisiologico assistere al progressivo calo dei volumi, perdendo clientela e i disamorando i lavoratori.

Distinti saluti.

Palermo lì, 11 novembre 2017

IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL SICILIA
(Giuseppe Lanzafame)


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