Sbarra, dove andrà il numero 2 della Cisl

Luigi Sbarra torna, a 58 anni, nella segreteria confederale della Cisl e questa volta da segretario generale aggiunto. Un ruolo, quello di numero due del sindacato di via Po, che l’ultima volta era stato ricoperto da Annamaria Furlan nel 2014 per pochi mesi, prima che la stessa Furlan sostituisse Raffaele Bonanni alla segreteria generale. Sbarra, fedelissimo della Furlan (come del resto quest’ultima lo era del predecessore), viene premiato dopo aver ricondotto nella linea confederale la Fai, il sindacato dell’agro-alimentare che si era ribellato alla fusione con la Filca (edili). Il primo atto della Furlan da leader della Cisl fu infatti la decisione di commissariare appunto la Fai inviandovi dalla segreteria confederale Luigi Sbarra, che poi due anni fa è stato eletto leader della stessa categoria, dove ora potrebbe andare Onofrio Rota, segretario della Cisl veneta. Sbarra, calabrese, va invece a sostituire il segretario confederale, Gigi Petteni, bergamasco, che va a dirigere il potente patronato della Cisl, l’Inas. Petteni pur avendo giocato un ruolo decisivo nella linea Cisl degli ultimi anni, culminata nell’accordo sul modello contrattuale con la Confindustria, avendo 63 anni, non poteva concorrere alla successione della Furlan, rieletta segretaria solo nove mesi fa. Cosa che invece potrà fare Sbarra, anche se non mancano altri candidati, primo fra tutti il leader della Fim, Marco Bentivogli.

Il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, ha detto nel suo discorso d’insediamento che si adopererà per «valorizzare gli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione, per esempio attraverso le previsioni di tempi certi per l’esame delle proposte di legge d’iniziativa popolare». Un passaggio, applaudito dall’aula, e colto al volo dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha annunciato: «Sulla Carta dei diritti ci faremo sentire». Si tratta del disegno di legge di iniziativa popolare già presentato nella scorsa legislatura, sul quale la Cgil raccolse un milione 150mila firme e che tra le altre cose propone la reintroduzione dell’articolo i8 dello Statuto dei lavoratori, che sta anche nel programma dei 5 stelle (anche se il Movimento è contrario a estenderlo alle aziende con più di 5 dipendenti come invece propone la Cgil). «Incontreremo i gruppi parlamentari e i presidenti delle commissioni, visto che la proposta di legge sulla Carta dei diritti è incardinata in commissione Lavoro», dice Camusso, decisa a incalzare in particolare le forze vincitrici delle elezioni. Tanto più che molti degli iscritti alla Cgil hanno votato per i 5 stelle e per la Lega nella speranza di ottenere la realizzazione di importanti punti dei loro programmi: dall’abolizione della Fornero sulle pensioni al ritorno all’articolo 18 come simbolo di contrasto alla precarizzazione del lavoro.