Pacchi, traffico: è l’inquinamento da e-commerce

Nel 2017 in Italia 150 milioni di acquisti online. Risultato: un boom di imballaggi (e il raddoppio del traffico per consegnare i pacchi)

D’accordo, acquistare online è comodo. Nell’ultimo anno 22 milioni di italiani hanno comprato scarpe, cellulari, frullatori, libri e cibo per cani rimanendo seduti sul divano: clicchi, paghi, e in pochi giorni il prodotto è recapitato a casa. In Italia nel 2017 si stima siano stati fatti 150 milioni di ordini, che vuol dire 150 milioni di pacchi spediti, e altrettanti citofoni suonati.

Soltanto Poste italiane fa sapere di aver movimentato 81 milioni di pacchi nei primi nove mesi del 2017, grazie all’e-commerce. La merce comprata su Internet è trasportata solo su strada, attraverso una pianificazione logistica che punta a ridurre il più possibile i tempi di consegna.

Nella sola città di Milano, ogni giorno, si registrano almeno 23 mila consegne.

Vale la pena di fare qualche considerazione sulla ricaduta ambientale di tutti questi pacchi in circolazione? Forse sì.

Qualunque articolo, di solito, arriva nei negozi in stock. Se per esempio compri una camicia, la commessa la infila in un sacchetto e te la porti a casa. Se lo ordini online dovrà essere impacchettata prima in una busta di plastica e poi riconfezionata dentro una scatola di cartone. Magari sigillata con delle fascette.

Nel 2016 sono state immesse 2 milioni e 200 mila tonnellate di plastica. Il consorzio per il riciclo degli imballaggi di plastica Corepla, riferisce che l’e-commerce ha rappresentato il 15% del totale della plastica immessa al consumo, ovvero 30 mila tonnellate. In lo anni il volume è aumentato del 200%. Per il cartone si registra un +3% . Se è vero che 1’88% viene riciclato, è altrettanto vero che la richiesta aumenta, e si prevede l’apertura di due nuove cartiere (Avezzano e Mantova).

Camion e furgoni su e giù per l’Italia

Il 90% dei consumatori si fa recapitare il pacco a casa o in ufficio. Nel 2012 si stimavano circa 6 milioni di delivery al mese. Nel 2017 siamo arrivati a 15 milioni. Vuol dire che su strada e in città il traffico è più che raddoppiato in soli 5 anni. Secondo un studio fatto da Bloomberg New Energy Finance e McKinsey, come diretta conseguenza del fenomeno degli acquisti online, il numero dei veicoli commerciali impiegati nel mondo è cresciuto del 32%, passando da 25o milioni del 2006 a 330 milioni di unità nel 2014. Entro il 205o, nelle grandi città, si stima un aumento del 40%.

La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, nei primi sei mesi del 2017 ha registrato un incremento del 6,5% delle consegne dei corrieri, con un aumento delle immatricolazioni dei veicoli pesanti del +21,5%. Nella sede dell’Interporto di Bologna, i camion in transito hanno registrato un +10,3%; un fenomeno legato anche alla presenza dell’azienda di e-commerce per l’abbigliamento Yoox.

In Italia Amazon gestisce, oltre ai centri di distribuzione di Castel San Giovanni (Pc), Passo Corese (Ri), Vercelli e Milano, anche altri otto depositi di smistamento, proprio per rispondere nel più breve tempo possibile alle richieste dei clienti. E le consegne sul territorio nazionale avvengono solo su gomma. Ordinando quindi un maglione da Palermo, il pacco partirà dal deposito di Passo Corese con un corriere che percorrerà su strada 939 chilometri, fino al citofono.

Secondo il più recente rapporto Ispra, l’80% dei veicoli commerciali leggeri che transitano nelle città ogni giorno appartengono a una classe inferiore a euro 5. A Londra (dice lo studio Bloomberg e McKinsey) i veicoli commerciali sono responsabili del 3o% delle emissioni di CO2 e di ossido di Azoto, mentre a livello europeo, nel 2013 hanno generato il 46% delle emissioni totali di Nox nell’Unione. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che ci sono stati tre milioni di morti premature a causa dell’inquinamento dell’aria, causato dalle emissioni dei mezzi su gomma.

Le spedizioni per via aerea

E poi ci sono gli aerei. Secondo uno studio del Parlamento europeo, il trasporto aereo produrrà il 22% delle emissioni globali di CO2 nel 2050. L’Intemational Air Transport Association (lata) ha pubblicato le sue statistiche sui mercati globali delle merci aviotrasportate: la domanda è aumentata del 10,4% nella prima metà del 2017, rispetto al 2016. Anche in Italia il traffico cargo, nei primi sei mesi del 2017, ha visto un aumento dell’u,2% delle tonnellate in transito, e Malpensa ha di recente annunciato la creazione di una nuova area di 125 mila mq. per la realizzazione di magazzini per le spedizioni e-commerce.

Investire nei veicoli elettrici è il primo passo. Un’ipotesi ancor più efficace è quella degli armadietti situati nelle aree di maggior transito. Ottimizzando i viaggi, possono diminuire i tempi di lavoro del 6o% e i costi di consegna del 35%. I box possono essere situati nei supermercati, negli uffici, nei centri commerciali o nelle stazioni delle metropolitane, dove gli acquirenti possono recuperare la merce comprata on line, di giorno o di notte, 7 giorni su 7, usando il codice di accesso per aprire il proprio armadietto. In Germania oggi la Dhl ha installato 3 mila terminali con 300 mila box in più di i.600 città. Il tema è come incentivare i cittadini ad usarli, rinunciando ad aspettare il pacco a casa.

Poi ci sono i droni, ma il volo è condizionato dal meteo, possono sopportare un carico inferiore agli otto chilogrammi, percorrere distanze contenute, e avere disponibilità di un’area di almeno 2 metri. Poco adatti quindi alle consegne nelle grandi città.

Alternativa migliore: quando lo stesso prodotto è in vendita nel negozio vicino a casa, comprarlo lì; eviteremmo di vederlo chiudere, magari per essere sostituito da una sala giochi.

(CORRIERE DELLA SERA pag. 1+21 · 03-04-2018)