La scommessa di Poste Italiane – L’e-commerce ora è strategico: ritiro dei pacchi anche di notte

PIU’ FINANZA, più assicurazioni, più telefonia. E meno corrispondenza. Soltanto un anno e mezzo fa, era lo scenario che si prospettava per Poste Italiane dopo la rivoluzione tutt’altro che soft del sistema di consegna delle lettere. Ma ora le scelte della società finalizzate anche al rilancio e al rinnovamento del settore delle spedizioni producono risultati incoraggianti. Lo testimonia il numero di pacchi e-commerce consegnati da Poste nel 2017: 50 milioni, dopo il record segnato a giugno con 25 milioni. E la frontiera che ha fatto irruzione nel mercato della corrispondenza. «Un traguardo importante in un mercato in crescita che ci vede come uno dei principali attori del nuovo sistema di acquisto online delle merci e in cui sempre di più il servizio di consegna influenza in modo cruciale l’esperienza dell’e-shopper», precisa Poste Italiane. Che occupa una quota di mercato di oltre il 25% (5 miliardi di curo rispetto a un totale di 20 miliardi) di tutti i pagamenti che avvengono per agli acquisti e-commerce in Italia: lo strumento di pagamento più utilizzato resta la carta prepagata Postepay.

L’e-commerce è caratterizzato da un trend di crescita globale che in Italia registra il + 17% rispetto al 2016, con un volume d’affari di circa 23,6 miliardi di euro. «Il boom? E anche effetto spiega Poste Italiane della capacità del nostro servizio di recapito che si evolve e innova per andare incontro alle esigenze dei grandi e piccoli merchant e degli e-shopper. Il mercato è in espansione come confermato anche dall’ad Matteo Del Fante e in controtendenza rispetto al progressivo calo della corrispondenza tradizionale, determinato dall’avvento delle comunicazioni digitali che hanno ridotto gli scambi di lettere, passando in cinque anni da 4,5 miliardi di invii all’anno a poco meno di 3». Puntare sulla ‘nuova’ corrispondenza: ecco la scelta di Poste. «Un pacco e-commerce su tre in Italia è consegnato da noi».

UN TEMA attuale è quello della prossimità e della flessibilità oraria nel ritiro dei pacchi e-commerce. La società ha annunciato il lancio di ‘Punto Poste’, estensione della rete di prossimità che integra gli oltre 10mila uffici postali con locker e punti di ritiro convenzionati. La rete di Poste Italiane permette di ritirare (o restituire) gli acquisti effettuati online in una destinazione diversa dal proprio domicilio, «dove i clienti potranno effettuare il ritiro dei pacchi acquistati online sui siti partner, gestire resi, spedire pacchi preaffrancati e prepagati». Ma in cosa consiste questa rete? Prima di tutto negli oltre 10mila uffici
postali con servizio Fermoposta, m cui è possibile ritirare pacchi e-commerce (3mila hanno una corsia preferenziale per il ritiro degli acquisti online); in 12.500 uffici è possibile consegnare pacchi per il servizio di restituzione e reso.

Ma la società ha anche implementato una rete proprietaria di locker nelle città di Roma e Milano, «con un posizionamento complementare agli uffici postali e in punti ad alto traffico pendolare come le stazioni ferroviarie o punti ad alta densità abitativa-lavorativa o di socializzazione, con un tempo di apertura senza limiti». Ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette. A questa rete di proprietà, Poste ne affiancherà a partire dal 2018 un’altra in partnership con InPost (che è già installata): 350 locker in 14 regioni, di cui quasi il 70% nei principali capoluoghi di provincia. A fine 2016, poi, Poste Italiane ha acquisito Indabox’, rete di punti di ritiro con oltre 3.200 esercizi commerciali di differenti tipologie affiliati che copriranno zone non coperte da uffici e locker. «Oggi partiamo con circa 50 punti di ritiro. Il progetto è in fase sperimentale, contiamo di raggiungere complessivamente circa 9mila punti di contatto entro il 2020».

I web shopper italiani sono 22 milioni, in crescita del 10% rispetto al 2016. La vendita dei prodotti registra un +28 %, con un totale atteso di circa 150 milioni di ordini per un valore pari a quasi 12,2 miliardi di euro. Un mondo sempre più digitale.