Criticità nel recapito. Per l’azienda è colpa dei lavoratori!

Le disastrose condizioni del settore PCL, ed in particolare del Recapito, sta producendo effetti devastanti sia sulla clientela che, soprattutto, sui lavoratori. Le numerose note, pubblicate dalla scrivente negli ultimi mesi, hanno sottolineato in più occasioni la gravità della questione le cui principali responsabilità, non vi è dubbio, sono da attribuire sia ad un modello organizzativo assolutamente non in grado di reggere alle necessità dei servizi sul territorio sia ad una mancata attenzione rispetto al reale fabbisogno di uomini e mezzi che tale sistema richiede.

Tuttavia, dette problematiche, non si manifestano solo nei Centri oggetto della nuova organizzazione (giorni alterni) bensì, con tratti ugualmente marcati, nei CPD della città non raggiunti dal nuovo modello di recapito.

L’incremento dei volumi di corrispondenza ed in particolare di prodotto pregiato a firma (Raccomandate ed AG), di corrispondenza J+1 da tracciare al civico e, soprattutto, di prodotto Pacco (principalmente Amazon), tutti prodotti che richiedono una più complessa operatività da parte degli addetti, non può lasciare indifferente l’azienda rispetto alle conseguenti richieste d’aiuto dai Responsabili del servizio sul territorio.

Altresì dovrebbe essere risaputo che, l’organizzazione di un Centro, non si limita alla sola attività del recapito ma questa rappresenta solo una “parte” rispetto ad una quantità di adempimenti che tutti i giorni occorre soddisfare, spesso anche in assenza dei ruoli di supporto (Capisquadra ed MQ). Come non sfuggiranno le crescenti difficoltà delle lavorazioni interne nelle attività preparatorie e le problematiche relative agli spazi e quindi alla sicurezza (sempre in capo ai Responsabili), oltre ai continui blocchi degli strumenti elettronici in dotazione ai portalettere (Palmari), le cui caratteristiche non contribuiscono di certo alla velocizzazione dei
processi.

E non è tutto perché sino a quando l’azienda includerà nelle percentuali di copertura per ogni singolo Centro le risorse in regime di infortunio (anche a lungo termine), in tutela di legge (astensioni per L.104, congedi parentali, ecc.ecc.), le risorse momentaneamente inidonee per motivi di salute ( e per la natura del servizio di cui trattasi di “motivi” ce ne sono tanti, a cominciare dalla scarsa attenzione per la sicurezza da parte aziendale), le speranze di poter rendere finalmente spedito ed efficiente il servizio di recapito sono del tutto vane e comunque escluse dal controllo gestionale ed operativo dei Responsabili dei Centri.

Le recenti assunzioni di un congruo numero di risorse CTD (per quantità, di solito, pari solo al periodo di ferie estive) dimostra, quanto meno, la bontà delle ragioni esposte ma va da sé che un lavoratore occasionale, per quanto volenteroso, mantiene pur sempre un raggio d’azione limitato rispetto ad una risorsa professionalizzata.

Per tutta risposta ai disagi di cui sopra, ben conosciuti all’azienda, i Responsabili dei CD si sono visti recapitare una comunicazione ove si chiedeva loro conto e ragione circa l’elevato indice di criticità raggiunto rispetto alle giacenze ! La misura ora è colma.

In siffatto contesto, “voluto e causato” dall’azienda o da coloro che la rappresentano nei ruoli centrali, è plausibile chiedere ai referenti sul territorio risultati ottimali come se tutto fosse in perfetto ordine, in pieno equilibrio tra prodotto da lavorare, fabbisogno reale e assetto organizzativo? E’ ammissibile chiedere, ufficialmente e anche imperiosamente, i motivi di un possibile mancato raggiungimento di obiettivi a fronte di un “caos organizzato” che ogni giorno si fa consapevolmente ricadere sugli ultimi della filiera? O è forse, più probabilmente, una sconsiderata azione di “scarica barile” nei confronti di coloro che i “barili” non hanno più a chi poterli ribaltare e devono pagare per tutti?

Prima ancora di istruire un procedimento alla ricerca del “colpevole” si è guardato bene in casa propria? Prima ancora di sentirsi il “coraggio” di formulare un qualsiasi richiamo o avvertimento (o minacce?), si è sicuri di aver dotato le strutture di tutte le condizioni minime e indispensabili allo scopo?

Se l’azienda intende inaugurare una nuova stagione di “caccia alle streghe”, come quella purtroppo già vista in passato, credendo così di risolvere tutti i problemi che affliggono e penalizzano sempre di più il Recapito, stavolta non è certo la strada giusta. Il film è già visto e non sortisce più emozioni!

Questa O.S., come ha sempre fatto, sarà estremamente vigile e puntuale rispetto ai temi qui esposti, certa che le contraddizioni che ogni giorno emergono in PCL sono diverse e molteplici, e che la cui causa è da ricercare altrove.

Non certo da coloro che invece spendono gran parte della loro giornata e della loro vita nell’impegno e nell’interesse di tenere in piedi un servizio che l’azienda dimostra di volere indirizzare verso un irreversibile declino.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
Originale firmato


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