Recapito a pezzi. Le “conseguenze” le pagheranno i lavoratori!

Ancora una volta, e sarà l’ennesima, ci ripetiamo sui temi che riguardano l’ambito PCL, più in particolare il Servizio di Recapito. Può anche dispiacere, per primi a noi, ma risulta del tutto evidente che l’accavallarsi a ritmo inesauribile delle questioni ad esso afferenti dimostra, qualora ce ne fosse il bisogno, che più di qualcosa non quadra nel “sistema”, certamente retaggio di una serie di problematiche che sovrintendono a monte l’attuazione di un modello organizzativo probabilmente efficace per grandi linee, ma chiaramente inadeguato alle necessità del territorio.

Più volte, inascoltati, siamo entrati nel merito delle evidenze sottolineandone le incoerenze; tante di quelle volte che, in questa occasione, supereremo le considerazioni di ordine tecnico-organizzativo per affrontare invece le “conseguenze” che l’azienda crede di potere addossare agli incolpevoli esecutori, e non creatori, di una devastante condizione operativa e gestionale che quotidianamente devono faticosamente fronteggiare.

Nella giornata di ieri si è spezzato, crediamo in maniera insanabile, l’ultimo debole lembo che ancora “legava” , in virtù di un naturale mutuo sussidio, la componente gestionale e organizzativa con la parte più strettamente operativa che dalla prima, nella logica dei “ruoli”, dovrebbe trarre alimento finalizzato al conseguimento degli obiettivi aziendali.

Attraverso una seriale comunicazione individuale, formulata con lo sbrigativo sistema del “copia e incolla”, la gran parte dei Responsabili dei CD dell’intera provincia ha dovuto “ingoiare” precise minacce, esplicitate dalle possibili “conseguenze” che costoro patiranno in caso di mancate performances.

Non vorremmo passare per permalosi ma ci piacerebbe sapere cosa intende l’azienda per “conseguenze” visto che, dopo lunga esperienza, è la prima volta che “leggiamo” questo termine e non sappiamo se dietro si nasconda un qualche “inquietante” messaggio. Che sia l’inizio di un nuovo stile dialettico delle comunicazioni aziendali o qualcosa di… peggio?

L’unica certezza è che si è “spaccato lo spogliatoio”, se mai ci fosse stata una squadra! Strano modo quello di “minare”gli equilibri di un gruppo di lavoro, di certo sarà quanto meno difficile creare risvolti positivi.

E’ utopistico credere che da oggi l’azienda raccoglierà i frutti sperati da una categoria da tempo stremata e sottoposta quotidianamente alle notorie difficoltà organizzative, adesso ancora di più isolata e “sotto l’attacco del fuoco amico”.

Stanchi, disillusi, offesi, demotivati e clima ai minimi termini. Sono queste le sensazioni che, dispiace dirlo, abbiamo colto nel middle management dei CD del territorio. Uomini e donne con anni di esperienza del ruolo alle spalle che non hanno mai lesinato sacrifici per tenere in piedi una traballante “baracca”, che ogni giorno rischiano di persona trascurando anche le attività di pertinenza per seguire indirizzi ed interessi altrui concentrati “solo ed esclusivamente” alla misurazione delle giacenze e all’assolvimento di processi, utili soprattutto ai grafici e alle analisi teoriche da vantare ai vertici.

Una ulteriore “mazzata” al servizio che di certo l’azienda si poteva evitare. I lavoratori del settore, per migliorare le performances non hanno bisogno di minacce o di strumentali provvedimenti disciplinari deliberati con l’illusione di deviare sul più debole le “reali” responsabilità. Il Recapito, lo ribadiamo, necessita piuttosto dei giusti sostegni tradotti in risorse, in mezzi, in strumenti e perché no, anche di valide e costruttive iniziative dell’azienda sul territorio. Solo in questi termini sarà possibile ritrasmettere serenità e armonia all’interno del “gruppo” e con esse sarà inevitabile il recupero dei risultati, della qualità e dell’efficienza.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
Originale firmato


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