Recapito, è caccia alle streghe. Adesso si contestano i portalettere!

Più volte abbiamo rappresentato le evidenti problematiche riferite all’applicazione del modello Joint Delivery del servizio di Recapito, ancora peraltro irrisolte alla luce delle persistenti difficoltà che ogni giorno emergono nei Centri dell’intera provincia.

Insufficienti e comunque non determinanti si sono rilevati gli (scarsi) interventi aziendali volte alla soluzione delle evidenze e, di fatto, tutto è rimasto fermo rispetto ad un progetto che ha provocato sinora danni al servizio (tempistiche non garantite), enorme spreco di risorse economiche (centinaia di assunzioni CTD ed ore di straordinario erogato a più non posso), pessima qualità del lavoro, scarsa attenzione alla sicurezza e alla vivibilità degli ambienti, malessere e clima ai minimi termini tra i lavoratori dei Centri di recapito e di produzione.

L’impressione che ormai serpeggia da tempo è assimilabile al detto che, nella gestione, “non si sa più che pesci prendere” risultando ovviamente infruttuosi anche le azioni di “teatrale” minaccia a cui recentemente sono stati sottoposti i Responsabili delle strutture.

Ciò che invece preoccupa e che si intende sottolineare in questa occasione è che purtroppo dalle minacce verbali si è passati, proditoriamente, ai fatti e ad essere seriamente colpiti sono adesso gli ultimi della filiera del recapito, ovvero quei lavoratori che più di ogni altri hanno subìto i devastanti effetti del diffuso “caos organizzativo” del Recapito , ovvero la categoria dei portalettere.

Procedendo secondo una “semplicistica” operazione di pesatura del prodotto portato al recapito e di quello restituito per fine orario, per mero calcolo matematico, l’azienda chiede conto e ragione, attraverso contestazioni ufficiali, circa la mancata effettuazione del servizio. Non era mai successo!

E’ piuttosto “strano” però che nessuno in azienda si accorge che quei portalettere escono al recapito persino con due ore di ritardo rispetto al previsto (il “previsto” è stabilito sempre dall’azienda); nessuno si chiede se, “per caso”, il lavoro preparatorio non viene fatto o se fatto viene ultimato con incredibili ritardi perché le risorse sono insufficienti rispetto agli arrivi; nessuno che si accorge che il cd. “incaricato d’area” non può funzionare senza che lo stesso trascuri il recapito, soprattutto in taluni PDD notoriamente ad elevato traffico, di prodotto e di clientela; nessuno che si chiede come dovrebbero essere consegnati i Pacchi voluminosi che non possono essere contenuti nei vani dei motomezzi insieme ad altro prodotto e se il PTL è costretto a fare spola per più e più volte dal Centro alla zona di recapito, anche per la consegna di un solo oggetto. E via dicendo, le variabili, le complessità e le incoerenze non si contano al “saldo” della giornata lavorativa.

Costoro che “non si chiedono” dovrebbero invece sapere che quel poco che funziona lo si deve solo ed unicamente allo spirito di sacrificio di quei lavoratori che hanno abbandonato ruoli, mansioni ed il diritto di avere un orario certo; dei Capisquadra che scaricano i furgoni, dei Responsabili e degli MQ che assolvono alle funzioni di ALI, dei Portalettere che lavorano 50 ore a settimana (sabato e domeniche comprese), dei lavoratori (“del sud”…) che hanno anteposto le esigenze aziendali a quelle familiari.

Insomma, non si è capito se la volontà quella “vera” è di tentare di ricostruire o se è quella di distruggere definitivamente!

Se i supporti, gli aiuti, gli strumenti utili da “passare” ai territori e da tradurre in efficienza e in qualità del lavoro sono le “contestazioni”, se il compito della componente gestionale si è “auto-ridimensionato” nel comminare provvedimenti punitivi fini a se stessi, costruiti sul “nulla” anzi su quelle stesse deficienze organizzative ampiamente risapute e che mai sono state severamente affrontate, significa che si è toccati il fondo e conferma che “non si sa più che pesci prendere”!

Invitiamo i colleghi al rispetto dei ruoli, dei compiti assegnati e soprattutto degli orari. In ogni mod. 44/R è indicato con precisione il tempo limite per il lavoro preparatorio e l’orario di uscita (unica) e questi occorre rispettare!

Diffidiamo l’azienda dal deliberare provvedimenti disciplinari di tipo “sommario” e senza che siano state a priori valutate tutte le condizioni che hanno determinato le eventuali e presunte irregolarità. In tal senso preannunciamo sin d’ora il ricorso a vie legali.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
Originale firmato


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