Recapito: lavorazioni interne dimenticate, si blocca tutto!

La scrivente O.S. nel merito dell’implementazione del nuovo modello di recapito che, in questi giorni, sta gradualmente interessando i Centri della provincia di Catania rileva, dopo attente analisi, notevoli criticità circa il regolare andamento del servizio. Diverse, si ritengono, le cause che stanno determinando le difficoltà di cui trattasi, ma una delle più significative attiene al dimensionamento delle risorse ALI distribuite nei Centri.

Premesso che i cd. budget di risorse assegnate fanno ancora riferimento al superato progetto 8/venti del 2010, modello che negli anni ha subito interventi riorganizzativi radicali in funzione soprattutto dei mutamenti dei mercati di riferimento e del graduale forte incremento delle attività di recapito del prodotto Pacco (a firma) nonché di prodotto pregiato a firma acquisito anche da nuove commesse, i cui effetti hanno generato:

– Potenziamento e diversificazione degli arrivi (raddoppio dei voli operati anche nelle giornate del sabato e della domenica)
– Enormi flussi di prodotto a firma verso i Centri, da processare e da recapitare
– Alimentazioni dei Centri spesso frammentati e talvolta non programmati
– Attività di recapito estesa alla giornata del sabato (LB) e sovente organizzato attraverso l’utilizzo di prestazioni straordinarie
– Continue assunzioni di notevoli contingenti di PTL CTD in tutti i mesi dell’anno

A fronte pertanto della straordinaria mole di attività sviluppatasi nel tempo che offre motivi di auspicato ulteriore incremento, stupisce non poco la “non” attenzione da parte aziendale verso quella importantissima e decisiva fase di lavorazione preliminare che costituisce parte vitale dell’intero sistema di recapito dei Centri.

Risulterà pure superfluo, tuttavia vale la pena ricordare che la mancata consegna del prodotto da recapitare ai PTL in orario certo per l’uscita in zona, fa “saltare” tutte le previsioni riferite alla produzione, che danneggia la qualità dei servizi, genera enormi sprechi economici e, soprattutto, pesa sul clima e sulla serenità dei lavoratori.

Inoltre, le pochissime risorse ALI applicate, che svolgono tra l’altro attività di estrema delicatezza e responsabilità, sono costrette ad operare sotto una continua e insostenibile pressione, spesso in carenza di tutela personale ed in ambienti privi di sicurezza, continuamente esposti a possibili provvedimenti disciplinari, facili a concludersi in sanzioni anche di carattere penale e patrimoniale (non mancano gli episodi accaduti di recente).

Per costoro, turni e orari massacranti anche fuori dalle regole, continui “inviti” allo straordinario, impossibilità persino ad organizzarsi la vita privata.

Lo si vuole ancora una volta ribadire, che la ritardata consegna del prodotto recapitabile ai PTL produce:

– Ore e ore di “inoperosa stasi” dei PTL in sala, con inevitabile contrazione del tempo da dedicare al recapito (in molti casi non più di tre ore effettive)
– Erogazione di enormi quantità di ore di straordinario a parziale “copertura” del danno di cui al punto precedente
– Infruttuosi gli effetti derivanti dalle centinaia di assunzioni CTD, che se da un verso incrementano la “forza recapito” di pari passo aggravano le attività di lavorazione interna. Anche in questi casi si sopperisce con l’aggiunta di altri costi, riferiti ovviamente alle spropositate ore di straordinario erogato.
– Nella giornata di sabato sono ormai largamente diffuse le attività di recapito, sia per le risorse in prestazione straordinaria e, soprattutto, per le risorse in orario d’obbligo (LB e CTD con orario 6 ore). Anche in questi casi, risulta infattibile reperire risorse ALI a meno di ricorrere a “strategie” rese possibili solo grazie ai continui sacrifici richiesti alla categoria.

L’azienda, secondo il progetto Joint Delivery, riconoscendo essa stessa (sic!) l’importanza strategica delle lavorazioni preliminari ai fini della corretta implementazione del progetto stesso, ha illustrato una moderna operatività legata all’introduzione di nuove tecnologie che, ad oggi, risultano essere pura fantasia, malgrado la presenza sul territorio di un Centro Primario (CMP). Ed appare risibile quanto fine a se stessa l’alta percentuale di copertura dei PTL (a Catania oltre il 140%) quando questi ultimi non vengono posti nelle condizioni appena sufficienti per svolgere correttamente le attività, anzi!

Si sollecitano pertanto, nell’immediato, gli opportuni interventi aziendali (secondo la scrivente certamente realizzabili) utili alla soluzione della problematica esposta, ai fini di una corretta e produttiva applicazione del nuovo modello di recapito, a tutela del mantenimento della qualità dei servizi e soprattutto a difesa dei diritti e della serenità della categoria rappresentata.


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