Topi e ambienti irrespirabili. La triste condizione degli Uffici Postali

Ancora una volta siamo costretti a sollevare la ben nota problematica che riguarda l’igiene e la corretta vivibilità dei luoghi di lavoro. Una questione questa per la quale, da lunghi mesi, ne sollecitiamo la risoluzione ma, tranne sparuti interventi di carattere provvisorio, non si notano segnali di una definitiva svolta in tal senso.

Le maggiori evidenze, ma non gli unici casi , riguardano sempre le stesse e risapute strutture postali, lì dove i lavoratori mettono a rischio la salute e dove tutti i giorni vivono con il fondato timore di contrarre pericolose patologie.

Attualmente le situazioni limite si verificano soprattutto presso:
Catania Succ. 26, Piano d’Arci e S. M. Ammalati dove gli insetti ma soprattutto i topi la fanno da incontrastati padroni. Aprire i cassetti imbattersi in indesiderati ospiti, che nel frattempo hanno fatto pure i loro “comodi”, non rientra certamente nei minimi e fondamentali requisiti richiesti per un ambiente di lavoro appena vivibile.
L’UP di Catania Succ.27 è invece pervaso da puzzolenti e rivoltanti miasmi provenienti da non si sa dove, ben noti anche alla clientela abituale che, giustamente, si tiene ormai alla larga dal frequentare quella struttura. Preme sottolineare che, i casi esposti (ma l’elenco potrebbe ampliarsi) sono ben conosciuti all’azienda e, ovviamente, agli organi preposti tuttavia la soluzione definitiva non giunge mai!
Probabilmente all’origine ci sarà che le pulizie ordinarie degli Uffici sono insufficienti (gli addetti sono impiegati per pochissimo tempo e non per pulizie a fondo), probabilmente insisteranno problemi di natura architettonica e strutturale che favoriscono l’accesso dall’esterno di topi e a insetti di ogni genere, di certo è che i lavoratori risultano assolutamente trascurati da un’azienda che, evidentemente, non intende affrontare, soprattutto con adeguati investimenti economici, la gravissima questione.
Anzi, quando è stata messa alle strette, senza indugio alcuno, ha preferito chiudere gli Uffici, abbandonando “capra e cavoli” senza valutare le inevitabili conseguenze in termini di produzione, di immagine e di disagio per i lavoratori.

La Succ.27 è stata chiusa per mesi ed era lecito attendersi che, durante la chiusura, venissero effettuati gli opportuni interventi. Ed invece, sorprendentemente (ma non tanto…) le vecchie problematiche, alla riapertura, si sono ripresentate, tali e quali. Cosa ha significato quella inutile chiusura, una pausa di riflessione…? Per non parlare della Succ.24 della quale si sono “ perse le tracce” e soprattutto le speranze di vederne riaprire i battenti.

Riteniamo che le chiusure degli Uffici per cause riferite all’igiene rappresentano l’ultima delle ipotesi praticabili per fronteggiare, nelle more, le delicate questioni ma non rappresentano certo la soluzione. E dispiace dover prendere atto come questa azienda, nel terzo millennio, non disponga di mezzi, di strumenti e di risorse anche economiche utili a porre gli adeguati rimedi, proprio in quei siti che rappresentano un “biglietto da visita” per la clientela, e non rende merito agli stessi lavoratori che quotidianamente si interfacciano con la clientela.

Ad ogni modo, è soprattutto nostro interesse la tutela della salute della categoria, esposta ogni giorno ad una moltitudine di rischi che riteniamo gravissimi e inaccettabili Sollecitiamo con la presente gli opportuni interventi nel merito, non solo negli Uffici testé nominati, bensì in tutte le strutture aziendali affinché le stesse siano adeguatamente monitorate, nel rispetto delle leggi in materia di igiene e vivibilità dei luoghi di lavoro e soprattutto delle persone.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
(Originale firmato)


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