CMP: costretta a lavorare per 12 ore al giorno, colpita da serio malore!

CMP: PURTROPPO E’ SUCCESSO!

COSTRETTA A LAVORARE PER 12 ORE AL GIORNO
E’ COLPITA DA SERIO MALORE.

Lo avevamo sottolineato più volte, con forti denunce (note del 12 marzo e del 17 luglio u.s.) e con interventi informali a tutti livelli, non ricevendo mai alcun riscontro dall’azienda ed alla fine è accaduto ciò che nessuno si augurava.

La sera scorsa una collega dopo che già era stata comandata di straordinario per tutta l’intera settimana con orario 12 / 23,30 (11,5 ore continuative di “duro” lavoro) all’insorgere della settimana successiva gli veniva comandato esattamente lo stesso orario (12 / 23,30). La collega presta servizio presso il famigerato Reparto di Ricevimento e Invio, dove le specifiche attività consistono nel massacrante lavoro di carico, scarico e smistamento di “sacchi pacchi” e dove l’azienda ha “deciso” che le scarsissime risorse applicate (molti di loro, appunto, in regime di straordinario) debbano svolgere esercizio di “facchinaggio”.

Ciò che sta accadendo nello stabilimento rasenta ormai l’inverosimile. Siamo a conoscenza che qualche lavoratore ha svolto sino a 13 (tredici) ore di straordinario … cioè lavorando per circa 24 ore consecutive!

Vadano pure a verificare se non diciamo il vero.

Non accettiamo nemmeno più che l’azienda ci venga a parlare di “volontarietà”, perché sappiamo bene come viene “estorta” questa presunta libera scelta dei lavoratori. Ne abbiamo provata contezza! Per non parlare dei lavoratori CTD che vivono sotto il perenne “ricatto” , neppure tanto velato, del mancato rinnovo del contratto!

Al CMP sono saltate tutte le regole, sul rispetto dell’orario di lavoro, sulla sicurezza, sull’etica e sui comportamenti e chi dovrebbe vigilare gira le spalle, complice silente, lasciando mano libera a coloro che pensano di poter disporre a proprio piacimento della vita dei lavoratori.

Dietro agli obiettivi industriali più o meno raggiunti, dietro ai numeri che descrivono nel dettaglio i livelli di produttività, dietro alle statistiche, c’è tanto sudore e tanto sacrificio di una categoria che, in silenzio, sta pagando sulla propria pelle le presunte “conquiste commerciali” che l’azienda proclama.

Una categoria ormai stremata e “spremuta” di tutte le energie fisiche e mentali, che non è più in grado di reggere i ritmi incessanti e devastanti che vengono quotidianamente pretesi.

La collega, per fortuna, dopo le necessarie cure ospedaliere, si è in parte ristabilita ed è in via di guarigione ma, di fronte all’arrogante “deliberato mutismo” di un’azienda cinica e sprezzante sulle questioni che riguardano la salute dei propri dipendenti, per quanto ci riguarda, tali tutele sono invece la priorità.

Pertanto preannunciamo sin d’ora lo stato di agitazione della categoria interessata, non escludendo un prossimo coinvolgimento dell’Ispettorato del Lavoro.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)


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