Alle Poste 15mila uscite e 6mila assunzioni

INTESA SINDACALE - Gli esodi volontari con termine 2020, nel 2018 in arrivo 500 apprendisti

Nel triennio 2018-2020 alle Poste sono previste 15mila uscite con esodi volontarie 6mila assunzioni. L’accordo sulle politiche attive raggiunto ieri mattina dall’azienda con tutte le sigle sindacali dà una prima attuazione a questo ampio turn-over delineato già in occasione del rinnovo del Ccnl del 30 novembre 2017, prevedendo per il 2018 l’assunzione di 500 giovani laureati, in prevalenza con contratto di apprendistato professionalizzante, da impiegare per i servizi di consulenza finanziaria, insieme a 1.080 stabilizzazioni del personale assunto con contratti a termine. Inoltre per 1.127 lavoratori è prevista la conversione dal part-time al full-time (per due terzi alla sportelleria e per un terzo tra i portalettere, ma entro il 2020 verrà offerta ai circa 5mila part-time la conversione per coprire posizioni negli uffici postali dell’intero territorio nazionale).

L’intesa tra Poste italiane, SlcCgil, Slp-Cisl, Uilposte, Confsal C, Failp-Cisal, Fnc-Ugl sblocca la mobilità nazionale, consentendo quest’anno 360 trasferimenti di personale. Un ulteriore verbale di accordo prevede di innalzare al 20%, solo per il 2018, il ricorso ai contratti a tempo determinato nelle regioni settentrionali.

Soddisfatti i sindacati. «I lavoratori con contratti a tempo determinato avviati a partire dal 2014 rientreranno in graduatorie ai fini dell’assunzione a tempo indeterminato», spiega Nicola Di Ceglie (Slc-Cgil), altra novità è «la declinazione delle graduatorie di mobilità volontaria: provinciale, regionale e nazionale. Esaurito il ricorso alle prime due, eventuali necessità di personale su base locale verranno risolte attraverso la mobilità nazionale (per il 50%) e contratti part-time convertiti in full-time».

Luca Burgalassi (Slp-Cisl) sottolinea «la prospettiva di lavoro stabile per i precari, le trasformazioni di contratti a tempo pieno con il conseguente vantaggio economico, e i trasferimenti che consentiranno il ricongiungimento alle loro famiglie di lavoratori in prevalenza in servizio al nord».

(IL SOLE 24 ORE pag. 10 · 14-06-2018)