Amazon conquista il mondo con un braccialetto al polso

Nel giorno in cui il marchio di Bezos supera Google e Apple, la società annuncia che dipendenti e merci saranno tracciati elettronicamente per ottimizzare i tempi.

Amazon è diventato il marchio più ricco del mondo. Ha superato Google ed Apple. A dirlo è la classifica di Brand Finance, l’agenzia di consulenza strategica che, ogni anno, prepara, la graduatoria delle 500 migliori griffe in base al valore. Come fanno a calcolarlo? Come parametro di riferimento c’è l’avviamento che indica la capacità del marchio di generare reddito in base alla sua notorietà. Criterio molto elastico che probabilmente è alla base del doppio sorpasso fatto dal negozio digitale inventato da Jeff Bezos.

Nella classifica compaiono diverse aziende italiane. Il migliore è Tim (al posto 178 dal precedente 238). Nella classifica compaiono anche Eni (144), Enel (180), Gucci (181), Ferrari (259), Generali (265), Poste Italiane (366), Intesa Sanpaolo (342), Prada (472). Certo è bizzarro che nella classifica di Brand Finance, la migliore delle italiane sia un’azienda molto indebitato come l’ex monopolista telefonico mentre il Cavallino Rampante e la nostra migliore banca stanno molto più indietro. Una vaghezza che, forse, si spiega immaginando che gli analisti di Brand Finance conoscano meglio il mercato americano di quello italiano. Spiegano il successo di Amazon con la sua metamorfosi industriale. Era nata come libreria on line ed è diventata un grande supermercato. Poi un produttore di film e fra un po’, probabilmente, anche banca. Nè Google nè Apple hanno avuto una capacità paragonabile di cambiare pelle.

Ma Amazon si è dimostrata anche un datore di lavoro molto attento alla produttività. Da qui la nascita di un «braccialetto a ultrasuoni» che potrebbe consentire ad il controllo dell’attività dei suoi dipendenti. Ufficialmente il dispositivo serve a dare voce digitale all’ordine del cliente per mettere in grado l’operatore di rintracciare immediatamente il pacco ricvhiesto. Non è detto che il brevetto trovi applicazione. Ma, teoricamente, i dati raccolti attraverso il dispositivo potrebbero diventare uno strumento per misurare tempi e metodi di lavoro.

Immediate arrivano le proteste. Tuona Matteo Salvini su Facebook : «Uomini o schiavi?». I sindacati, ovviamente, si dichiarano pronti a scioperare se il braccialetto diventerà obbligatorio. Il ministro del Lavoro Poletti interviene per ricordare che la legislazione è molto chiara: a decidere devono essere azienda e sindacati.

A ben vedere in questa partita Amazon ha qualche carta da giocare. Ha infatti annunciato da poche settimane l’apertura di due nuovi centri di logistica: Torrazzi Piemonte, a Torino, e Casirate d’Adda, in provincia di Bergamo. In totale verranno creati 1.600 posti di lavoro. Quale altra azienda, in questo momento, può mettere sul tavolo un progetto così ambizioso? Offrire qualche posto di lavoro in più in cambio del braccialetto potrebbe essere una proposta difficile da respingere.

Certo i rapporti in azienda questo momento non sono al top. In autunno c’è stato il primo sciopero dei dipendenti del polo di Castel San Giovanni, nel piacentino.

«La sicurezza e il benessere dei dipendenti sono la nostra priorità» fanno sapere da Amazon per stemperare la tensioni. Del braccialetto non parlano. Almeno per ora.

(LIBERO QUOTIDIANO pag. 19 · 02-02-2018)