Alle Poste una polizza per 140mila addetti

Siglato ieri l'accordo con i sindacati: stabilito un aumento medio di 103 euro.

Oscilla tra sanità integrativa e previdenza complementare, pari opportunità e contrasto alle molestie, politiche attive e sostenibilità, diritto alla disconnessione e solidarietà verso i familiari dei lavoratori deceduti, ferie solidali e congedi parentali, il nuovo contratto degli oltre 140mila lavoratori delle Poste che è stato siglato ieri con Slp Cisl, Slc Cgil, Uil Poste, Failp Cisal, Confsal e Ugl. Il contratto, se si esclude l’accordo ponte del 2015, era fermo da 6 anni. «L’intesa con le organizzazioni sindacali commenta l’amministratore delegato Matteo Del Fante è stata siglata al termine di una trattativa durata molti mesi nei quali abbiamo sempre riscontrato un clima costruttivo e responsabile tra le parti. Oggi il mercato pone importanti sfide a cui siamo chiamati a rispondere con uno sforzo di produttività e un impegno comune».

Cominciamo dalla parte economica. Poste e i sindacati hanno condiviso un aumento complessivo medio mensile di 1o3 euro che comprende 81,56 euro sui minimi tabellari da erogare in due tranche (4o euro in febbraio e 41,5o in ottobre),12,5o sul Fondo Sanitario che viene istituito con questo nuovo contratto, 8 euro sul Fondo Poste (aumentato dall’1,9 % al 2,3%), un euro da destinare all’innalzamento delle maggiorazioni per i lavoratori part time. La costituzione di una forma di assistenza sanitaria integrativa, attraverso l’adesione al Fondo Sanitario di Poste Vita, «oltre ad allineare la nostra azienda ai principali sistemi contrattuali di settore, offre ai dipendenti un significativo contributo sul piano della sicurezza sociale», spiegano dal gruppo. In particolare il pacchetto base include il ricovero in istituto di cura per i grandi interventi chirurgici, l’indennità sostitutiva giornaliera per i grandi interventi chirurgici, la diagnostica di alta specializzazione, le visite specialistiche ambulatoriali, il pacchetto mamma bambino, prestazioni di prevenzione cardiovascolare e oncologica, prestazioni odontoiatriche. A tutto questo va poi aggiunta una una tantum di mille euro, da corrispondere con lo stipendio di gennaio 2018, per tutti i lavoratori in servizio al 30 novembre 2017.

A corredo del contratto che sarà valido fino al 31 dicembre 2018 sono stati firmati diversi protocolli che regolano materie al centro della contrattazione degli ultimi mesi. Le parti hanno infatti sottoscritto un apposito accordo che recepisce il Testò Unico siglato tra Confindustria e sindacati nel 2014, mettendo in rilievo il ruolo delle Rsu che sono chiamate a validare gli accordi rilevanti per la vita aziendale. È stato inoltre modificato l’assetto della contrattazione nazionale ed aziendale/territoriale con relativa specificazione delle materie oggetto della contrattazione stessa. Un altro protocollo riguarda invece le molestie, «quale ulteriore tassello di civiltà e legalità sul posto di lavoro», dicono i sindacati in una nota. Un terzo riguarda poi le Politiche Attive del Lavoro.

Questo contratto, spiega l’azienda, dà piena operatività all’apprendistato, che diventa la tipologia contrattuale di riferimento per l’ingresso di nuove risorse, supportando le politiche attive del lavoro con una regolamentazione in grado di coniugare le esigenze di stabilità occupazionale con il rispetto dei costi. La disciplina del contratto a tempo determinato è stata invece rivisitata in base alle ultime novità legislative, mentre sul contratto di lavoro a tempo parziale è stata modificata la disciplina della clausola elastica che consente, su base volontaria, l’aumento della prestazione lavorativa dei part time verticali, in periodi non ricomprasi nell’originario contratto di lavoro, rendendone l’utilizzo più funzionale alle esigenze aziendali.