Portalettere inidonei nei cmp: non è un accordo sindacale ma decisione unilaterale dell’azienda

Ormai è un dato oggettivo che da mesi, nel settore PCL, rileviamo un netto peggioramento della qualità dei servizi assistendo ad un graduale declino che, se vogliamo, è anche comprensibile alla luce del mancato adeguamento organizzativo e strutturale rispetto all’incremento di prodotto (Pacchi Amazon) che peraltro richiede una tempistica di recapito impossibile oggi da assicurare.

Tenere alta la tensione, adoperarsi in sterili e inconcludenti azioni di pressing, erogare prestazioni aggiuntive a più non posso, non possono risolvere l’ingovernabile questione.

Ai vertici regionali, principali artefici e, a volte, solo spettatori del declino di Pcl, ne abbiamo più volte rappresentato la gravità, invero anche con proposte che si ritenevano utili alla causa e che non potevano prescindere da una decisa inversione di rotta, sia guardando all’organizzazione che alle risorse impiegate che alla modalità di applicazione delle stesse.

E lo abbiamo fatto con grande senso di attaccamento e di responsabilità, sostenendo le possibilità di business per l’azienda in un settore ancora alla ricerca di spazi nel mercato di riferimento (vedi Prodotto Pacchi).

Le risposte di costoro, alle legittime istanze, sono state sempre vaghe ed evasive, come si trattasse di un impiccio che disturbava la loro routine giornaliera e, nei momenti più formali quando proprio si vedevano “costretti”,non perdevano occasione di esibire le solite “slides” a sostenere un presunto esubero di risorse rispetto al fabbisogno. I problemi, secondo la Linea, non esistono e che non si riscontra affatto che non si arriva a consegnare il prodotto, che non si rispettano le tempistiche,che sono decine e decine le zone prive di titolare, che risultano insufficienti le risorse applicate ai servizi interni e che non si rispetta l’orario di uscita dei portalettere, che le giacenze si alimentano sempre più, che non ci sono mezzi e strumenti idonei, che laddove si è incrementato l’arrivo dei Pacchi non si è provveduto ad adeguare la forza lavoro e che , soprattutto, non si rispettano i contenuti degli Accordi e i diritti dei lavoratori.

Ma si continuano a chiudere gli occhi di fronte all’evidenza. E nella confusione che regna sovrana, in assenza di valide argomentazioni, succede anche che i capi aziendali affrontano i lavoratori e spiegano loro che, su talune delicate questioni, le responsabilità sono del Sindacato. Non era mai successo sino ad oggi!

Infatti, nel merito del trattamento dei lavoratori portalettere “momentaneamente inidonei” all’attività l’azienda, da qualche tempo, ha deciso unilateralmente e senza nessun Accordo specifico, l’applicazione di questi lavoratori presso i due CMP della Sicilia (Palermo CMP per i dipendenti RAM 2 e Catania CMP per i dipendenti RAM 1). Tale determinazione, che a noi appare come una sorta di esilio punitivo malgrado si tratti di lavoratori che anche per negligenze aziendali si ritrovano ad accusare problemi di salute anche gravi (come si pretende la movimentazione di carichi fino a 30 Kg. senza supporti meccanici?), è stata da noi subito denunciata e contestata ufficialmente (leggasi lettere e conflitti di lavoro) senza purtroppo sortire sino ad oggi gli effetti sperati.

Adesso, ci viene riferito da più parti, qualche autorevole capo dice direttamente ai lavoratori che tale nefandezza è stata condivisa con il Sindacato indicando il capro espiatorio contro cui prendersela.

Questa è la statura dei “capi azienda”, che non hanno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità di fronte ai lavoratori né la forza di sostenere le ragioni di una decisione, figuriamoci cosa dobbiamo aspettarci nel merito di strategie un “poco” più complesse. Un gesto, lo ribadiamo, di grave irresponsabilità che stigmatizziamo perché inasprisce oltremodo il clima già arroventato che si respira in
categoria.

Ribadiamo e rassicuriamo i lavoratori che la CISL non ha mai firmato accordi, in questo caso, sull’applicazione “momentanea” in altro luogo di lavoro bensì è stata e continua ad essere una decisione dei capi dell’azienda incapaci di trovare soluzioni alternative per il lavoratore affetto da patologie gravi.

Da parte nostra continuiamo a sostenere che alcuni di questi lavoratori potrebbero dare decisivo sostegno alla squadra all’interno dei Centri di provenienza o limitrofi, dove oggi più che mai emergono impellenti necessità legati anche alla nuova mole di lavoro, a suo tempo non ancora emersa.

Quanto sopra a scanso di equivoci!

IL SEGRETARIO REGIONALE SLP CISL SICILIA
Palermo, 18/10/2017
(G.LANZAFAME)