Ogni Azienda, nel mondo, progetta i propri business e le attività necessarie a realizzarli attraverso un business plan che contempla, al suo interno, le risorse, materiali e umane, necessarie allo scopo. Lo si fa, riteniamo, attraverso studi, sul campo, che restituiscano valori reali, o quanto meno attendibili, sulla necessaria forza lavoro utile al compimento della mission aziendale.
Non abbiamo dubbi che, anche in Poste Italiane il processo sia, per grandi linee, uguale, anche se, per Mercato Privati esso è gelosamente nascosto e per nulla trasparente. Da ben oltre un decennio la quantificazione delle “risorse” in M.P., ma soprattutto la modalità di determinazione del fabbisogno utile a raggiungere gli obiettivi di business, è del tutto oscura, melliflua, sfuggente, contraddittoria.
Ai DUP, gestori di attività produttive e di vendita, di risultati dei quali devono rispondere, in itinere ed a consuntivo, non è dato conoscere la forza lavoro necessaria al raggiungimento degli obiettivi assegnati. Non è dato sapere attraverso quali meccanismi si sviluppa il fabbisogno “utile” a garantire gli standard di servizio e di vendita necessari al raggiungimento di quegli obiettivi per i quali è sostanzialmente giudicato.
Il fabbisogno NON può essere “quello del momento”. Anzi, di più: non è più tollerabile il ricatto, giocato tutto sull’assenza di certezze, di qualche dirigente di periferia che “fa e disfà”, che “assegna e toglie”, che determina, così facendo, le “fortune o le sfortune” di un ufficio. E non sono casi isolati. Ciascun Capo, in quanto tale, ha “il diritto” di sapere su quante risorse può contare e, soprattutto, conoscere “COME” viene determinato il proprio fabbisogno. Anche per lavorare per la sua crescita. E quando ci riferiamo al Capo non intendiamo solo il DUP (principalmente), ma anche il dirigente di filiale che, stranamente, (ma è successo e succede) vede variare il proprio fabbisogno di filiale da una settimana all’altra…Una settimana con una carenza di “X” osp, la settimana successiva con una eccedenza di “Y” osp.
Stiamo francamente sfiorando il ridicolo ed in tal modo si dà, forza e corpo, alla unanime convinzione che ben altre siano le “logiche” che guidano tali fabbisogni.
Chi ci garantisce inoltre che, fatto il fabbisogno complessivo a livello nazionale, la polverizzazione dello stesso venga fatta con gli stessi (oscuri) criteri? Che tutti i Territori ricevano secondo un “criterio” comune? È questo “non dire”, questa totale assenza di trasparenza che porta a sospettare, ad insinuare il dubbio, a sentirsi TUTTI, in qualche modo, gabbati.
E non bastano le rassicurazioni (scritte da nessuna parte) di qualche dirigente che collega le risorse (osp in particolare) ai clienti serviti e/o alle operazioni eseguite, così come troppo comunemente avviene Perché se ciò fosse in qualche modo vero non ci sono per nulla chiare alcune questioni: – attraverso quali algoritmi, in funzione dei clienti serviti, si restituisce il numero degli osp necessari? Perché i clienti non sono tutti uguali… – quali operatività vengono prese in considerazione nel calcolo? Non certamente solo quelle che restituisce SDP, perché c’è ben altro di operatività a carico degli osp di un UP… – vengono considerate, in questo “calcolo”, le assenze previste e garantite dalla Legge (ferie, malattia, 104, maternità, ecc.)? – vengono, ancora, considerate le attività aziendalmente imposte che esulano dalla produzione vera e propria, ma che impegnano, temporalmente, gli osp (lettura COI, Manuali, pausa videoterminalista, corsi elearning, briefing, ecc.)? Ci fermiamo qui perché siamo assolutamente convinti che le “logiche” siano ben altre e tutte tese a contrarre i costi indipendentemente dalle “reali” necessità aziendali per sviluppare i business.
Basterebbe trovare un “metodo”, magari attraverso il confronto e la condivisione con le O.O.S.S, renderlo pubblico e trasparente. Assolutamente dinamico, con tutti gli step di verifica necessari che le attuali moderne tecnologie informatiche agevolmente consentono. Occorre, però, la volontà politica di farlo. Sarebbe, certamente, un passo in avanti importantissimo sulla strada della trasparenza e del riavvicinamento con una parte DECISIVA dello scacchiare produttivo aziendale: Il personale degli U.U.P.P..
Una leva formidabile per disinnescare le tensioni che, oggi, si vivono sui Territori e “regolare” le dinamiche del confronto sindacale, che tanto risentono di queste “chiusure” fuori dal tempo, eliminando un fattore di scontro decisivo nei rapporti tra dirigenza/azienda e lavoratori. Per tali motivi diventa necessario e urgente aprire un tavolo di confronto sulla questione. Affinché si ponga fine all’arbitrio e si avvii un necessario percorso di trasparenza e consapevolezza.
Riteniamo sia interesse di tutti dotarci di strumenti trasparenti per il bene comune.
Distinti saluti.
Palermo lì, 6 settembre 2017
IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL SICILIA
GIUSEPPE LANZAFAME