Ferie “diritto non rispettato”

Giunge notizia dai territori sulla incessante azione aziendale che in questi giorni sta interessando in tutti gli ambiti della produzione circa la fruizione delle ferie residue che spettano ad ogni lavoratore.
La questione ha ormai assunto i termini di una vera e propria problematica che avvelena il clima degli Uffici, che pone i lavoratori “l’uno contro l’altro”, che divide e crea conflitti tra diverse funzioni della stessa struttura, tra caos e atti discriminatori.

Vero è che l’art. 36 del vigente CCNL prevede che, di norma, le ferie vanno esaurite entro l’anno in corso (ma esistono anche le eccezioni) ma è altrettanto assodato che non è un obbligo imporne a tutti i costi la programmazione riferita alle giornate o ai periodi.
L’errata modalità utilizzata, l’approccio drastico e vessatorio nei confronti dei lavoratori, ignorare o variare ogni preesistente pianificazione degli uffici spesso fondata su equilibri organizzativi che tenevano conto anche delle esigenze produttive, stanno originando estremo malessere in categoria.

Imporre ferrei vincoli per i periodi di fruizione, (per assecondare determinati parametri tutti aziendali e avulsi dalle normative vigenti), rimuovere a priori ogni forma di “elasticità” (per assecondare stavolta le “umane” necessità delle persone, magari di estrema urgenza e gravità), non giova di certo alla causa.

Ma il grande rammarico è che ormai, in questa azienda, tra i diversi ruoli, neppure ci si prova a cercare e magari trovare punti di condivisione: tutto si tratta con la minaccia e il ricatto, strumenti certo più sbrigativi e probabilmente più “gratificanti” per chi li utilizza. Tali condizioni non sono più accettabili quando a farne le spese è sempre il più debole.

Succede che se al DUP serve un giorno di ferie la Filiale di riferimento non lo concede perché ancora quel DUP non ha trasmesso il piano delle ferie del proprio Ufficio; che se un lavoratore ha prenotato da tempo una visita medica gli viene negato il giorno perché la data rientra nel periodo “interdetto alle ferie”; che se in un Ufficio è stato condiviso da tutti una certa pianificazione la stessa viene annullata perché in determinati giorni quell’Ufficio deve garantire distacchi di risorse verso altri Uffici. Mentre una nota a parte merita la minaccia ai Consulenti Commerciali che avranno le loro ferie solo se avranno raggiunto i risultati fissati.

Nel recapito le condizioni sono analoghe e dove invece diventa impossibile la fruizione e men che meno una programmazione di ferie, considerando che la gran parte delle risorse portalettere applicate hanno già toccato il tetto massimo consentito in tema di flessibilità e di ore di straordinario.
Sia in MP che in PCL l’azienda è fuori dalle regole!

Non crede l’Azienda che la problematica esposta è più semplicemente riconducibile ad una insufficienza di risorse applicate, condizione da sempre negata? In questo caso, non contano più il raggiungimento degli obiettivi commerciali e il mantenimento qualitativo dei servizi erogati? Oppure ora si vogliono raggiungere altri traguardi?

Si vuole ricordare che la scrivente, riguardo al tema di cui trattasi non ha sottoscritto, a suo tempo, l’intesa regionale sulla programmazione e sulla modalità di erogazione e di fruizione delle ferie. E se lo ha fatto era proprio perché non condivideva i metodi che l’azienda voleva attuare e che ora, in maniera unilaterale, sta adottando. Si diffida pertanto l’azienda e gli organi da essa preposti ad adempiere atti in assoluta coerenza dell’art.36 del vigente CCNL in tema di ferie, contrariamente la scrivente adotterà le
misure che più saranno ritenute opportune a tutela della categoria rappresentata.

Distinti saluti.

Palermo lì, 13 ottobre 2017
IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL SICILIA
(Giuseppe Lanzafame)


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