Picchetti alla Sda e pacchi bloccati

La guerra dei Cobas blocca i pacchi negli hub della Sda, l’azienda del gruppo Poste italiane per la gestione della logistica e della distribuzione. Dall’8 settembre la società deve fare fronte a una serie di proteste nate anche da lotte intestine tra Sol Cobas e Si Cobas. Le difficoltà hanno interessato molti siti, ma i problemi maggiori sono stati a Bologna e Milano, i due hub che ancora ieri sera erano bloccati e Roma, tornata alla piena operatività grazie ai lavoratori che volontariamente si sono messi a disposizione dell’azienda (in poche ore sono arrivate 5o adesioni di personale impiegatizio disposto a svolgere mansioni diverse da quelle normali) e Piacenza dove invece sono intervenute le forze dell’ordine per ripristinare il funzionamento del sito.

La guerra dei Cobas è iniziata l’8 settembre quando l’azienda ha annunciato la necessità di sostituire un fornitore per via di una serie di ritardi nei pagamenti degli stipendi, dei contributi e dei suoi fornitori. Accertata l’impossibilità di proseguire il rapporto, Sda ha fatto velocemente una gara per individuare un altro fornitore. La decisione di sostituire il fornitore è stata mal digerita dai Sol Cobas che hanno avviato una protesta in diversi siti. Il nuovo fornitore, però, si è impegnato ad assumere tutti i lavoratori alle stesse condizioni economiche di quello precedente. A quel punto sono cessate le proteste dei Sol Cobas che hanno sbandierato la loro vittoria sindacale, ma sono iniziate quelle dei Si Cobas. In queste ore è in corso una trattativa sindacale a Milano per cercare di trovare una soluzione. Non facile, anche perché manca una piattaforma rivendicativa visto che il nuovo fornitore offrirebbe ai lavoratori le stesse condizioni economiche del precedente.

Nel bel mezzo di questa situazione ci sono molti milioni di ricavi persi per i pacchi non consegnati, le penali da pagare e i clienti che si stanno indirizzando verso altre società di logistica e distribuzione. Dal momento che la protesta va avanti dall’8 settembre il timore della società e di alcune sigle sindacali, tra cui la Filt Cgil, è che vi sia un calo strutturale, anche se per breve tempo, dei volumi e quindi dei fatturati. Calo che si ripercuoterebbe anche sui fornitori. Sda ha circa i,5oo lavoratori diretti e 7mila indiretti, di cui 4.500 sono corrieri e gli altri facchini. Stiamo parlando quindi di una situazione che potrebbe avere ripercussioni per molte migliaia di persone se non si riesce a trovare una soluzione in tempi rapidi. In un comunicato la stessa Sda spiega che la situazione che si è venuta a creare «mette a repentaglio il lavoro di migliaia di maestranze dirette e indirette dell’indotto dell’e-commerce e comporta, inoltre, danni certi per il blocco delle attività produttive per Sda e la conseguente interruzione del servizio pubblico postale.

A tutto questo si aggiunge il danno diretto per i cittadini ed imprese che riceveranno in forte ritardo la consegna dei pacchi a loro destinati». La Filt Cgil lancia invece la protesta alla protesta chiedendo l’intervento del ministero dell’Interno «per salvaguardare le attività, per sostenere il rilancio e per assicurare a tutti gli addetti la continuità occupazionale ed i trattamenti economici e retributivi», spiega la segreteria nazionale della Filt Cgil Giulia Guida. «Chi blocca in modo selvaggio l’attività, a dispetto di chi opera nel rispetto delle regole, aggiunge la sindacalista mette a repentaglio tutti i lavoratori», aggiunge la sindacalista».

(IL SOLE 24 ORE pag. 15+19 · 22-09-2017)