Fino a 400mila posti a rischio

«Scriveremo una lettera all’indirizzo del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a Palazzo Chigi per imporre al Governo l’urgenza di mantenere, in Europa, una difesa commerciale rigorosa e senza falle rispetto alle pratiche commerciali scorrette».

Per Lisa Ferrarini, vice presidente di Confindustria per l’Europa, è dalla qualità dell’accordo che si raggiungerà ila ottobre sui nuovi criteri anti dumping che si misurerà la reale volontà della Ue di salvaguardare e mettere al centro la sua politica industriale.

«Perché la sensazione che noi tutti, addetti ai lavori abbiamo – spiega – è che l’Italia sia sostanzialmente sola, anche tra i Paesi manifatturieri, in questa battaglia. Che non è sia chiaro di retroguardia. Perché noi siamo aperti al libero commercio e non abbiamo preclusioni. Abbiamo accolto investimenti e investitori cinesi. Vogliamo accordi commerciali come quello entrato in vigore con il Canada. Ma il campo da gioco deve essere lo stesso per tutti e le squadre devono giocare con le stesse regole. Il commercio globale funziona solo così. Se no si creano fibrillazioni, minacce come quelle di dazi all’acciaio Ue sollevate dal presidente Usa Trump, si alimentano i nazionalismi. E nessuno avrà da guadagnarci».

Va anche ricordato, però, che i dazi interessano, sul volume dell’interscambio di beni tra Ue e Cina che superai 5oo milioni di euro, appena l’1,3% del totale dei prodotti importati nella Ue da Pechino. «Vero replica Ferrarini ma su di noi graverebbe il 28% della perdita di posti di lavoro in tutta l’Unione». Secondo uno studio di Aegis, infatti, in assenza di dazi, ci sarebbero 400milaposti dilavoro a rischio nella Ue.

Noi, prosegue Ferrarini, «facciamo innovazione, ci sobbarchiamo i costi dirimlovo diintere linee produttive, facciamo ricerca, abbiamo costi di energia elevati. L’idea che si possa fare entrare facilmente in Europa prodotti di aziende sussidiate, che non hanno costi salariali, ambientali paragonabili e dove la ricerca e l’innovazione sono spesso interamente coperte dallo Stato non è accettabile. Almeno abbiano l’onere di dimostrare che seguono le regole».

(IL SOLE 24 ORE pag. 15 · 22-09-2017)