Formazione aziendale, regolamentazione necessaria

Il momento storico ed economico che stiamo vivendo ed il mondo del lavoro sempre più complesso e difficile da gestire per aziende e lavoratori, impone una maggiore attenzione
verso la crescita per le persone
e, di conseguenza, per gli stessi datori di lavoro. Il pensiero si traduce in un incremento necessario dell’investimento richiesto all’Azienda per la formazione, al fine di aumentare competenze e professionalità dei dipendenti.

Il requisito primario che la scrivente O.S. richiede per la formazione è abbastanza semplice nel concetto ma, a quanto pare, quasi impossibile da realizzare concretamente: la serietà dell’iter formativo. Infatti, le continue lamentele/segnalazioni da parte di tantissimi lavoratori, in tutti i settori dell’Azienda, non possono di certo lasciarci indifferenti al riguardo.

Fare formazione significa fornire ai dipendenti tutti gli strumenti necessari e le conoscenze per sopperire alle proprie lacune, per aumentare le competenze, per soddisfare le esigenze dei clienti e per conseguire con la giusta consapevolezza gli obiettivi aziendali. E’ un tema delicato che va affrontato, disciplinato e regolamentato con serietà. Non è ammissibile procedere a svolgere i corsi nelle attuali condizioni, per tutti i comparti, né tantomeno è auspicabile richiedere ai lavoratori di effettuarli fuori dall’orario di servizio, nel tempo libero, a casa.

Invece, tutto questo nella realtà purtroppo continua a verificarsi. E così troviamo sportellisti intenti a “studiare” seduti in postazione con indosso le cuffie e ad ufficio aperto al pubblico, nel caos totale della giornata lavorativa e con i clienti indispettiti per il “disinteresse” mostrato nei loro confronti.

Consulenti in sala applicati in delicati corsi abilitanti IVASS, molto importanti e con un numero limitato di tentativi per il superamento degli stessi, continuamente interrotti e per nulla sereni mentalmente. Direttori che, tra tutte le incombenze e le responsabilità da affrontare dovrebbero persino seguire i corsi alla meno peggio, come se l’ufficio riuscisse a “camminare” in autonomia. Portalettere incaricati di completare la propria zona in tempo ed in più, al rientro o prima di uscire, svolgere i corsi di formazione.

La formazione è un’opportunità di crescita e non può essere improvvisata. Regolamentarla è indispensabile. Superare i test rispondendo “a caso” soltanto per archiviare le ore del corso genera un grave danno sia per i lavoratori che per l’Azienda. Prevedere un percorso formativo disciplinato, al di fuori dei luoghi comuni di lavoro e degli orari stabiliti, invece, è doveroso.

Tra l’altro, la distrazione che deriva dallo svolgere, spesso contemporaneamente, corsi ed attività lavorativa rischia di esporre i lavoratori a pericoli ed errori, come purtroppo è già accaduto, con conseguente applicazione anche di procedimenti disciplinari e contestazioni.

Richiediamo un adeguato intervento aziendale per regolare con criterio la formazione dal punto di vista organizzativo, professionale e strutturale, stabilendo fasce orarie e luoghi opportuni e consoni all’attività da svolgere, separati dall’attività lavorativa in senso stretto e nel rispetto del contratto di lavoro. Il risultato non sarà esclusivamente lo sviluppo delle persone, ma anche la crescita aziendale.

Il Segretario Territoriale
Slp Cisl Catania
Chiara Carlotta Grasso


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