COMUNICATO STAMPA – Un appello alla cittadinanza ma anche all’Azienda e alle Istituzioni. “I lavoratori di poste non ce la fanno più”

Che siamo in emergenza è ovvio. Un maledetto virus sta continuando a mettere a dura prova tutta la società di ogni ordine e grado, ma anche il mondo del lavoro postale ne piange le conseguenze.

In prima linea, da sempre. Servizio pubblico essenziale per i cittadini, pensionati, clienti in genere, ma che, come si legge anche dalla cronaca giornaliera, (social, quotidiani, sindacati, amministratori, Sindaci) ormai è al collasso. Ogni giorno sono decine i dipendenti che contraggono il virus e insieme alla disorganizzazione interna, il caos la fa da padrone. Di contro un’Azienda sorda che continua a tagliare risorse senza sostituire. Tagli, assenze e carenze, insieme a direttive, aziendali, governative, istituzionali, spesso nebulose, sulla gestione di spazi e controlli, ma anche decreti legge, contraddittori, stanno rendendo invivibile la giornata dei lavoratori. È un inferno la gestione. Impiegati contro cittadini, attese di 3/4 ore dei clienti, prenotazione on line che hanno priorità rispetto a coloro che attendono da ore in fila, sotto la pioggia, al freddo al sole. Lungaggini burocratiche, lentezza nei servizi e continue offese, minacce, ai lavoratori, non più sostenibili, costringono ogni giorno all’intervento della polizia non sempre disponibile.

Chiusura di uffici postali, riduzione di servizi fuori controllo, continui trasferimenti da un comune all’altro dei lavoratori, non sono più tollerabili. Non si può pensare al budget o riduzioni di costi in un gravissimo delicato momento.

Tra l’altro in un’Azienda che lo scorso anno ha chiuso bilanci con un mld di euro. Chiediamo da inizio pandemia, ma anche prima, più attenzione per lavoratori in prima linea. È il momento di fatti concreti, tangibili, in tutti i settori aziendali. Dalla prevenzione della salute agli strumenti. Non può essere affidata al caso o peggio al rischio, l’assembramento dentro l’ufficio postale per poi, eventualmente
scaricare la responsabilità al lavoratore,(esagerato il numero dei clienti dentro le sale al pubblico).

Chiediamo rinforzi. Chiediamo supporti.

Chiediamo pazienza e anche comprensione alla cittadinanza che, insoddisfatta del servizio, si scaglia contro il lavoratore. Siamo logorati, soli, preoccupati, stanchi e al limite delle forze. L’emergenza ha delle conseguenze ovvie.

Qualcuno se ne faccia una ragione. I lavoratori postali, TUTTI, non sono carne da macello.

Catania, 8 gennaio 2022

Il Segretario Provinciale Slp Cisl Catania
Chiara Carlotta Grasso


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