CMP: Si fatica senza strumenti. Molti i lavoratori inidonei e “fuori sede”. Relazioni industriali a zero

Le recenti riorganizzazioni in ambito PCL che, principalmente, vedono interessati i Centri di Distribuzione stanno fortemente coinvolgendo i processi di lavorazione in carico al CMP, a sua volta anch’esso sottoposto a nuovi assetti strutturali e organizzativi.

Gli effetti del “cambiamento”, nello stabilimento di cui trattasi, si sono manifestati non solo nel merito della progettualità in funzione dell’ingresso di maggior prodotto in transito ma, soprattutto, dall’evidente incremento della produttività individuale di ogni lavoratore, in alcuni casi al limite di ogni umana sostenibilità.

L’assoluta assenza di utili strumenti di supporto, il continuo ricorso alla “manualità” e quindi allo sforzo fisico prolungato nell’orario di lavoro, le continue richieste di prestazioni straordinarie (h 24), le massacranti attività svolte in corrispondenza delle campagne commerciali dei committenti, hanno reso irragionevoli e inammissibili le condizioni di lavoro. In tempi recenti, la scrivente (vedi note del 12/03/19, del 17/07/19 e del 11/11/19) era già intervenuta su tali questioni però, malgrado le rassicurazioni di “rito”, tali istanze sono rimaste inascoltate.

Altresì, restano sempre irrisolte molte delle problematiche inerenti la sicurezza e la vivibilità dei luoghi di lavoro che più volte la scrivente ha segnalato (vedi note 12/03/19, del 23/03/19, del 09/09/19) ma anche queste “superate” con i consueti “nulla di fatto”.

In tali contesti, contraddistinti da radicali cambiamenti, forieri sì di sviluppo ma anche e soprattutto di notevoli e gravi disagi in carico ai lavoratori, si ritiene rendersi estremamente opportuno istruire un sistema di relazioni industriali consono alle variabili gestionali, oggi caratterizzate da continui appelli alla flessibilità, di orario e di competenze.

Sinora la scrivente, responsabilmente, ha limitato gli interventi guardando principalmente alla sicurezza e alla tutela della salute degli addetti, evitando ingerenze sui processi e sulle scelte di carattere operativo ed organizzativo, anche quando tali scelte non erano soltanto l’esito della nuova e complessa situazione organizzativa.

Non sfuggirà che, grazie a criticabili scelte aziendali, la forza lavoro del CMP, per gran parte, è costituita da risorse non idonee a svolgere tutti i servizi (riversati poi sugli “idonei”) e da tanti lavoratori “fuori sede”, obbligati a percorrere anche centinaia di KM per raggiungere la sede di lavoro. Anche questi aspetti concorrono a determinare un quadro complessivo che necessita di una “prudente, ponderata e illuminata” gestione.

Si ritiene che aprire al confronto e al democratico dialogo con i veri “attori” dei processi produttivi, può contribuire ad assicurare un clima appena più sereno e sostenibile; persuadersi di governare il cambiamento attestandosi su posizioni di mero principio, si finisce per alimentare inutili e dannose tensioni, che non è nella storia di quest’azienda e, nello specifico, non è neppure funzionale rispetto al mantenimento dei normali canoni di democrazia e della tenuta sociale del Centro.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
(Originale firmato)


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