CD Catania La Rena: una distruzione annunciata!

Il più importante e strategico Centro di Recapito della città è ormai lasciato all’abbandono. I lavoratori sono ormai esausti di compiere ogni giorno immani sacrifici, combattendo una battaglia contro i mulini a vento, senza neppure la speranza che prima o poi le cose cambino.

Superata la fase iniziale di implementazione del nuovo modello, dove le difficoltà emerse si credevano fossero “fisiologiche” , le stesse si sono cronicizzate ed anzi aggravate.

Oggi, senza tema di smentita, possiamo affermare che il Centro è stato praticamente DISTRUTTO, toccando i peggiori livelli mai raggiunti in passato, in termini di organizzazione, qualità dei servizi e soprattutto di estremo disagio per coloro che vi lavorano.

Più volte abbiamo lanciato l’allarme, più volte abbiamo incalzato l’azienda su temi che, per lo più, riguardavano problematiche che si ritenevano prioritari ed insopprimibili, anche in virtù del regolare andamento della produzione. In più casi ci siamo affidati al senso di responsabilità che l’azienda non ha mai inteso cogliere, perseverando sugli stessi clamorosi errori che hanno portato il Centro al “punto di non ritorno” che, oramai, è sotto gli occhi di tutti.

A cominciare dalla inadeguatezza dei locali che, straripanti di prodotto, non garantiscono più la sicurezza dei luoghi e che mettono a forte rischio la tutela delle responsabilità personali degli addetti applicati. Quei locali, lo ribadiamo una volta per tutte, NON SONO assolutamente idonei alla ricezione ed alla lavorazione di una media giornaliera di MILLE PACCHI, con punte maggiori (1200/1500) in determinati periodi dell’anno. Carrelli e pacchi invadono ed ostruiscono le vie di camminamento e di fuga; inesistente lo spazio per un ordinato stoccaggio e smistamento del prodotto Pacco, che risulta fuori dal controllo degli addetti T&T che comunque ne sono responsabili per la custodia.

La contromisura che, a quanto pare, vuole adottare l’azienda (voci di corridoio parlano del trasferimento di sedici Macrozone al piano superiore, servito da un malfermo ascensore) andrà a penalizzare ulteriormente le condizioni di sicurezza attuali oltre che a complicare gravemente le procedure di lavorazione.

Le LB non hanno un tavolo per la lavorazione degli oggetti. E’ mortificante ed avvilente lasciare che gli addetti alle LB lavorino gli oggetti sul pavimento!

Giacenze di prodotto postale e di oggetti a firma (Racc. e AG) nell’ordine di migliaia ogni giorno (dai 3000 ai 6000 oggetti) che alimentano sollecitazioni e pressioni sugli addetti al recapito. L’orario di lavoro è costantemente stravolto, abusando oltre il dovuto dello straordinario obbligatorio (erogato ormai di routine). La giornata del sabato, per coloro che operano per 5 giorni settimanali, è ormai “lavorativa” (15/20 unità sono regolarmente in servizio il sabato).

Alcune Macrozone risultano costantemente intasate, con impossibilità di smaltimento malgrado i lavoratori prolunghino tutti i giorni l’orario d’obbligo.

Dimensionamento sottostimato degli addetti alle lavorazioni interne, il cui budget non è variato malgrado l’acquisizione di nuove commesse (Amazon). Le lavorazioni preliminari, sono il “cuore” dell’intero sistema produttivo e qualitativo del recapito in considerazione anche delle continue mancate conformità nelle alimentazioni provenienti dal CMP. In tali condizioni, con gli addetti costretti ad operare in numero insufficiente oltre che in spazi angusti e privi degli spazi minimi di movimento, si compromettono gravemente tutte le attività del Centro, in primis ovviamente quella del Recapito.

I lavoratori sono stremati, giunti al limite di ogni umana sostenibilità: carichi di lavoro impressionanti, orario d’obbligo costantemente violato, lavoratori messi l’uno contro l’altro, stress e tensioni a più non posso, tutele e regole tutte saltate, accordi con le parti sociali non rispettati, carenze di strumenti, sicurezza ad alto rischio.

Di tutto e di più in un CD di grande rilievo in cui, ogni giorno di più, vi si rappresenta la dimostrazione di come sia INAPPLICABILE il nuovo modello di recapito, almeno in tali condizioni.

L’azienda sa bene che le stesse evidenze qui riportate sono state oggetto di confronto in occasione dei tavoli tecnici appositamente convocati ma che ancora una volta si sono rivelati INUTILI! Di fatto, non avendo ottenuto alcun riscontro, quelle problematiche oggi si sono acuite.

Ed il futuro si presenta ancora più complesso. L’azienda, attraverso la “temporanea” gestione dell’attuale management sul territorio, sta “edificando” in quel Centro SOLO CUMULI DI MACERIE i cui effetti saranno tutte in capo ai lavoratori.

Non è più il tempo degli indugi, occorre agire prima che sia troppo tardi.

Nei prossimi giorni annunceremo le azioni ritenute opportune a difesa di tutti i lavoratori del CD di Catania La Rena.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)


Scarica pdf