Pronto il decreto sul lavoro: stretta sui contratti a termine

I PROVVEDIMENTI

ROMA – Incentivi alle imprese più adeguati e legati alle assunzioni a tempo indeterminato. Stretta su contratti a termine e sulla somministrazione, per contrastare la precarietà, apertura ad un periodo transitorio, per evitare di stravolgere le attività aziendali e i contratti in essere. E poi rafforzamento dei centri per l’impiego che dovranno essere il cardine su cui dovrà girare il reddito di cittadinanza. Governo al lavoro in vista della presentazione del cosiddetto “decreto dignità” atteso per la prossima settimana. Il capitolo tutele per i lavoratori 4.0 è stato congelato e la soluzione è ora affidata a un tavolo negoziale e non più a un decreto legge. Nel decreto dignità resteranno le modifiche al Jobs act e sui contratti a termine, e il governo reintrodurrà le causali e ridurrà le proroghe da 5 a 4.

«L’idea di fondo spiegano fonti alle prese con il dossier è quella di favorire il contratto a tempo indeterminato, ed evitare che ci sia un ricorso indiscriminato ai rinnovi, perché non è più ammissibile che ci siano contratti di settimane o un mese che vengono rinnovati senza una causalità, ma a discrezione dell’azienda». Nei rapporti a tempo determinato attualmente in corso si sta valutando la misura migliore che consenta di intervenire in maniera adeguata senza stravolgere le attività aziendali e i contratti in essere. Sulla somministrazione si lavorando ad alcuni strumenti specifici, dal momento che anche in questo caso lo strumento si è prestato ad abusi nel corso degli anni.

LE TUTELE

Inoltre ci saranno indicazioni di riforma per i Centri per l’impiego per renderli operativi e in grado di realizzare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. I Centri per l’impiego saranno il cardine su cui dovrà girare il reddito di cittadinanza, dovranno essere l’hub su cui si sviluppano le politiche per il lavoro. Quanto al capitolo fiscale, è prevista la soppressione di redditometro e spesometro: strumenti, introdotti nel corso degli anni per consentire una più efficace lotta all’evasione. Lo spesometro non è mai stato molto amato dai commercianti: il meccanismo prevede che le fatture, sia emesse sia ricevute, vadano comunicate per via elettronica al fisco due volte l’anno. Dopo un pasticcio iniziale del sito è stato deciso un rinvio delle date. Poi sono state introdotte semplificazioni e nuovi software che hanno consentito di concludere l’operazione avviata.

La novità maggiore è la possibilità di inviare in modo cumulato le fatture di piccola taglia, sotto i 300 euro. Ma nonostante le modifiche lo strumento non è mai decollato. Tanto che il governo si prepara a sbarazzarsene. Pesantissimo l’intervento sui giochi. Ecco lo stop assoluto alla pubblicità sul gioco d’azzardo. “Il divieto assoluto di pubblicità e sponsorizzazioni sull’azzardo è contenuto nel contratto di governo ed è un tema cruciale, il primo passo per combattere questa piaga che lo scorso anno ha visto 102 miliardi di euro finire nel girone infernale dell’illusione” spiegano i vertici politici di 5 Stelle.

(IL MESSAGGERO pag. 7 · 24-06-2018)