Poste, controlli a distanza: lo strumento di lavoro non è sempre indispensabile

Si torna a parlare di tecnologie, organizzazione del lavoro e controlli in una decisione del Garante della privacy del 16 novembre 2017, che tocca molti dei punti ancora irrisolti sulle prassi e le norme coinvolte e mostra come, dopo due anni dalla riforma dell’articolo 4 dello statuto dei lavoratori e a cinque mesi dall’entrata in vigore del regolamento Ue sulla privacy (Gdpr) la strada da fare per ottenere un quadro chiaro e definitivo sia ancora molta.

Il punto di partenza è semplice: associazioni sindacali e dipendenti di Poste Italiane hanno sottoposto al giudizio del Garante un sistema di gestione delle code allo sportello che, attraverso un «display luminoso» (sul quale compare anche un nome o un identificativo del dipendente addetto) indirizza l’utente agli sportelli disponibili. Per il Garante il sistema, e il trattamento dei dati dei dipendenti che esso comporta, è «illecito».

(IL SOLE 24 ORE pag. 18 · 17-01-2018)