Ad Fava: “Troppi piloti in Mistral Air, ora parte la ristrutturazione”

La società cambia: meno charter turistici, più trasporto di pacchi.

Troppi anni di perdite e la necessità di recuperare redditività. Per questo la Mistral Air, la compagnia aerea fondata da Bud Spencer e specializzata in cargo e charter (che svolge la logistica per Poste Italiane) si prepara a un piano di ristrutturazione che interesserà soprattutto i piloti. «Ce ne sono troppi sui nostri Boeing in un momento nel quale il mercato del trasporto aereo sta radicalmente cambiando» assicura a Il Tempo, l’ad della compagnia aerea Rosario Fava che ha un obiettivo fondamentale: «Portare al pareggio di bilancio la società dopo 10 anni di rosso».

Sta partendo una fase difficile per Mistral Air? «Diciamo necessaria perché il settore aereo sta affrontando trasformazioni importanti che comportano, per gli operatori, scelte drastiche. Oggi si sopravvive in due modi: o si cresce dimensionalmente e si diventa giganti per creare economie di scala. Ma questo riguarda i big del cielo. Alle compagnie medio piccole come Mistral Air non resta che la strada della specializzazione. Che significa ad esempio puntare su trasporto pacchi e lettere, charter turistico e voli di linea regionali. Per quanto ci riguarda il nuovo piano industriale, in fase di elaborazione e che sarà presentato all’inizio del prossimo anno, punta a concentrare la società su due assi di sviluppo: i pacchi e i collegamenti tra regioni italiane da aeroporti di città di media grandezza».

A cosa rinunciate? «Progressivamente lasceremo il charter turistico e i collegamenti di linea. Il primo perché con l’instabilità nel Nord Africa la domanda di voli che era prima estesa per buona parte dell’anno si è concentrata nei soli mesi estivi. I collegamenti regolari invece sono meno sostenibili economicamente per la forte compressione dei prezzi dovuta alle low cost. Non così per il trasporto dei pacchi la cui crescita mondiale è molto sostenuta grazie all’e-commerce. I ricavi del trasporto cargo complessivamente inteso, e cioè di tutte le merci, crescono del 2% all’anno, ma quelli relativi ai piccoli colli cresce ancora di più assorbendo il calo della corrispondenza ordinaria che ormai viaggia prevalentemente sui web».

Altro sviluppo di Mistral Air è il collegamento regionale. Cosa cambia? «Stiamo per abbandonare il network servito regolarmente di destinazioni europee più lunghe per entrare in uno spazio che riguarda i voli di massimo un’ora tra le città medie italiane o con le isole minori. Sono voli tra regioni italiane, con regioni confinanti come l’Albania e il sud della Francia, effettuati con aerei più piccoli ed economici come i turboelica Atr.

Ci saranno meno passeggeri sugli aerei Mistral dunque. Come si ripercuote sulla vostra attività? «Ora abbiamo troppi piloti per i Boeing 737 usati sia per il cargo sia per le persone. C’è un sovradimensionamento delle risorse umane che dovremo gestire».

Lo avete comunicato già ai sindacati? «Giovedì scorso abbiamo aperto un primo colloquio. Abbiamo spiegato che l’obiettivo di ritrovare redditività, e dunque segnare una discontinuità aziendale con il passato, passa per un piano di ristrutturazione che inciderà sui 25 piloti al comando dei Boeing 737».

Che cosa prevede il piano esattamente? «Siamo ancora a livello di ipotesi e non c’è una direzione precisa. Si sono aperti dei canali di approfondimento con i lavoratori. Non stiamo parlando di tagli selvaggi. L’obiettivo è dare un segnale di rottura che presuppone il ritorno all’equilibrio di bilancio».

Che tempi prevede? «Contiamo di chiudere la trattativa sindacale entro l’anno. I risparmi e le efficienze conseguite devono consentirci il break even nei prossimi due».

(IL TEMPO pag. 17 · 16-09-2017)