Le Poste Italiane sono pronte a spendere quasi 35 milioni di curo per migliorare i sistemi informatici per la tracciatura dei servizi postali, oltre che per ottimizzare i servizi di logistica. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha appena lanciato un banco di gara (che si chiuderà il 30 gennaio e che prevede per la precisione una base d’asta complessiva di 34,7 milioni), composto da due lotti triennali.
Il primo, di 19,219 milioni, richiede la «fornitura di servizi professionali per le attività di It service improvement dei sistemi postali di tracciatura lotto», mentre il secondo, di altri 15,489 milioni, ha come oggetto «la fornitura di servizi professionali per le attività di It service improvement dei sistemi postali di logistica integrata».
Del resto del Fante lo scorso novembre, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera, anticipando un po’ i temi che sarebbero stati al centro del nuovo piano industriale atteso per il prossimo 27 febbraio aveva sottolineato che il rilancio dei servizi postali sarebbe stato un pilastro portante della strategia del gruppo.
Il manager, oltre ai servizi postali, bancari, di pagamento e assicurativi, aveva aggiunto che «in cima alle priorità c’è poi il recapito». Un settore nel quale cui il gruppo registra un evidente calo di ricavi, zavorrato dalla corrispondenza. Nel dettaglio, nei primi nove mesi 2017 i servizi postali e commerciali hanno contribuito alla formazione dei ricavi totali per 2,66 miliardi evidenziando una contrazione del 2,5% rispetto ai primi nove mesi del 2016.
Il calo è causato in particolare alla riduzione dei volumi nel mercato della corrispondenza tradizionale, che sono diminuiti del 10,3% passando nel giro di un anno da 2,59 a 2,324 miliardi di pezzi. Continua invece a mostrare positivi segnali il comparto «corriere espresso e pacchi», i cui volumi nei primi nove mesi del 2017 avevano registrato un incremento del 19,1% passando da 68 milioni di spedizioni (corrispondenti a 461 milioni di ricavi) dei primi nove mesi del 2016 a 81 milioni di spedizioni (corrispondenti a 502 milioni di ricavi).
Il fatto è che nel settore dei pacchi, un mercato in forte crescita, Poste Italiane ha ancora una quota di mercato limitata, che non arriva al 15%, e oltretutto è concentrata sul mercato domestico e sul business dei pacchi più piccoli. Mentre i margini di guadagno maggiori si registrano sulle spedizioni internazionali e sulle consegne a maggior peso.
Serve insomma una svolta e per ottimizzare le risorse il gruppo ha già iniziato a utilizzare la rete dei portalettere per consegnare i pacchi più piccoli. Ora arrivano anche gli investimenti nei sistemi informatici con l’obiettivo di migliorare l’infrastruttura e la qualità dei servizi e di conseguenza, si spera, di accelerare la crescita.