Nuova commessa Amazon ma i problemi del recapito restano irrisolti

Le continue segnalazioni, nel tempo, sulle disastrose condizioni del servizio di recapito sia nella città che nella provincia di Catania, non hanno prodotto sinora apprezzabili riscontri, né sul piano operativo né su quello organizzativo.
Lo stato di caos e di precarietà più volte denunciato, oltre ad arrecare ingenti danni alla qualità ed al possibile sviluppo del servizio sta creando, di fatto, gravi disagi sia ai lavoratori del settore che alle cittadinanze, tant’è che spesso le problematiche sono state oggetto di attenzione da parte dei media e della stampa in genere.
L’indifferenza aziendale rispetto alla ormai nota problematica preoccupa non poco e lancia spunti, in categoria, di parecchie riflessioni soprattutto circa il destino che attende il servizio di recapito. La sensazione è quella di avere consapevolmente intrapreso un pericoloso declino che va ben oltre la “solita” giustificazione della carenza di prodotto visto che, in assenza dei minimi canoni qualitativi, risulta alquanto difficile recuperarne altro.

E a tal proposito non si può non esprimere moderata soddisfazione per l’annunciata nuova commessa per il recapito dei pacchi Amazon: una soddisfazione che diventa subito preoccupazione non appena si risale all’inadeguato assetto del recapito che presto dovrà assolvere alle esigenze del committente.
Non ci ha mai appassionato l’inutile allarmismo fine a se stesso ma la realtà del servizio, in questa città e in questa provincia, ahimè è sotto gli occhi di tutti, tranne di coloro che oltre agli occhi hanno anche le leve per dare la svolta di cambiamento a questo stato di fatto.
I deboli interventi effettuati dall’azienda, che si traducono semplicisticamente al ricorso ai lavoratori CTD nel periodo estivo, peraltro di numero sparuto rispetto alle reali necessità, non “sposta” di un centimetro la questione anzi, anche in quest’ambito non mancano le contraddizioni e gli abusi (vedi l’impiego ben oltre l’orario contrattuale di questi lavoratori).
Mentre persistono con sempre maggiore evidenza ben altre problematiche: carenze strutturali di risorse portalettere e di addetti alle lavorazioni interne, decine di zone da anni senza titolare, personale in esodo mai rimpiazzato, figure di staff non coperte, svolgimento di mansioni non previste nei rispettivi profili di appartenenza, ricorso allo straordinario senza soluzioni di continuità e tante volte neppure remunerato, flessibilità ormai divenuta improduttiva e inapplicabile nei Centri riorganizzati, assenza di spazi a norma di
legge per le persone nonché di idonee aree protette di stoccaggio e lavorazione, giacenze incontrollate, pressioni sui lavoratori che spesso inducono all’errore se non peggio. Su tutte pesa l’assenza di una seria, univoca ed efficace programmazione ed organizzazione a cui si sostituisce un modello di tipo “giornaliero” ed improvvisato, differenziato da un Centro all’altro.

Una citazione a parte merita l’annosa e mai risolta questione dei mezzi: dove mancano le auto, dove i motomezzi, dove non c’è una costante e seria manutenzione, e dove soprattutto viene messa in gioco la sicurezza dei lavoratori.
Determinandosi un contesto siffatto, nutriamo seri e motivati dubbi sulla possibilità di fronteggiare con discreto successo l’ingresso di altro prodotto e di soddisfare i termini di una commessa senza il rischio di perderla appena dopo averla acquisita e non si scorgono neppure i segnali di una possibile nuova organizzazione ad hoc, come sembra sia accaduto in altre sedi e che potrebbe concorrere se non altro ad attenuare le difficoltà che, nelle condizioni di cui sopra, saranno inevitabili.
E’ certo che rimarremo vigili sulle regole e sul rigoroso rispetto delle stesse, affinché si mantengano inalterate le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori coinvolti.


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