I numeri deludenti dei nuovi voucher e il rischio del lavoro sommerso

I dati Inps I numeri deludenti dei nuovi voucher e il rischio del lavoro sommerso di Enrico Marro I vecchi voucher non ci sono più e i nuovi, introdotti dal governo Gentiloni, sono una cosa completamente diversa. Risultato: se prima si era giunti a un abuso dei buoni lavoro con i quali si finiva per pagare anche persone che in realtà svolgevano un lavoro dipendente, adesso i nuovi strumenti messi in campo per remunerare le prestazioni occasionali rischiano di essere insufficienti a coprire quest’area del mercato del lavoro che comunque esiste e che, in mancanza di forme regolari di pagamento, confluisce nel sommerso. I dati diffusi ieri dall’Inps relativi ai primi 45 giorni di operatività della piattaforma telematica per la gestione del regime postvoucher dicono che sono solo 6.742 i lavoratori che hanno svolto prestazioni di lavoro occasionale nelle due forme previste dalla riforma. La prima forma è quella del Libretto famiglia attraverso il quale la legge permette di retribuire piccoli lavori domestici; di giardinaggio; di manutenzione; di assistenza domiciliare; di insegnamento privato e di babysitting. Nei primi 45 giorni, alla piattaforma telematica si sono iscritte meno di 4mila famiglie (3.998) e i lavoratori che hanno svolto prestazioni di lavoro sotto questa forma sono appena 686. La seconda forma, quella denominata Presto, contratto di prestazione occasionale, riservata a imprese fino a 5 dipendenti (escluse quelle edili), professionisti, associazioni ed enti ha visto l’iscrizione alla piattaforma di 12.252 soggetti mentre i lavoratori che hanno svolto prestazioni sono stati 6.056. All’Inps si sono registrati anche 10.766 lavoratori disponibili a essere utilizzati occasionalmente. Nel complesso, col Libretto famiglia e con Presto sono state svolte 28.724 giornate di attività, in media circa 4 per lavoratore coinvolto. (CORRIERE DELLA SERA pag. 31, 30-08-2017)