Incontro in azienda sui servizi postali

29 settembre 2014

Si è tenuto nei giorni scorsi in Azienda a Roma e successivamente in sede Sicilia un incontro sul tema delle internalizzazioni degli appalti postali ed in particolare sul rientro delle raccomandate e dei prodotti postali. In quella sede è stato sottolineato che, ferma restando la titolarità aziendale a decidere sulla questione, occorre che siano confrontate con il sindacato le ricadute conseguenti, con specifico riferimento alla creazioni di nuove zone per far fronte al superiore carico di lavoro complessivo nelle realtà coinvolte: si tratta di 71 zone universali e 34 linee mercato per un totale di 105 zone di cui 65 in Sicilia (vedi ripartizione territoriale).
Lo scorso 25 settembre in sede regionale abbiamo espresso con estrema chiarezza come i servizi postali in Sicilia siano in atto allo sbando, ancor prima del paventato afflusso di nuovo prodotto. Infatti, come in più occasioni denunciato, pesano da tempo sui servizi quanto segue:
– gravi e diffuse carenze strutturali
– mancata applicazione dei contenuti contrattuali e degli accordi sottoscritti
– una gestione segnatamente anarchica e priva di strategia dove i diritti dei lavoratori e il mantenimento della qualità dei servizi sono rimaste solo enunciazioni di facciata e dove è prevalso il “fai da te” a tutti i livelli, nei CD come nei CMP, al recapito come alle lavorazioni interne
– stravolgimento dei diritti e delle funzioni dei ruoli e mestieri, disatteso e scorretto utilizzo della flessibilità e delle prestazioni aggiuntive, diritto alle ferie, strategia del ricatto a tutti i livelli,mancanza di etica dei comportamenti: condizioni oramai divenute croniche che porteranno inesorabilmente allo sfascio totale.
Detto ciò in premessa, nel merito delle internalizzazioni abbiamo subito sottolineato l’assenza di una pronta ed efficace organizzazione aziendale a fronte del maggiore carico di lavoro, in particolare:
– le nuove zone di fatto saranno attive dal 1 novembre mentre il nuovo prodotto è in ingresso già dal 1 ottobre;
– le zone saranno istituite ma non assegnate considerata la preesistente carenza strutturale; prevedere l’inserimento di personale CTD, nell’attuale condizione, porterà solo nuova precarietà, assoluta involuzione della qualità, incremento di disservizi, gravi rischi per i lavoratori e per gli stessi nuovi assunti senza esperienze, senza formazione e senza conoscenze;
– non si prevedono nuove risorse addette alle lavorazioni interne con evidenti ricadute sull’uscita dei portalettere entro l’orario previsto dagli accordi;
– incrementi di rischi e di responsabilità riferite alla sicurezza dei luoghi di lavoro, all’adeguamento degli spazi, alla manutenzione e all’adeguamento dei mezzi, alla gestione dei reclami e degli smarrimenti, al prevedibile incremento degli oggetti inesitati: tutte variabili lasciate al caso e, soprattutto, addossate “in toto” a coloro che dovranno fronteggiare sul campo, operativamente, le nuove emergenze.
La CISL ha sempre sostenuto e sollecitato l’incremento di commesse favorendo, attraverso ogni tipo di sperimentazione, la competitività sul mercato di riferimento come principale condizione finalizzata alla tenuta occupazionale.Ma da parte aziendale, sinora, le avvisaglie vanno in direzione opposta: il caos regna sovrano e alimenta le forti preoccupazioni di un futuro che appare nebuloso e dalla fine sin troppo scontata. I segnali che arrivano, alla vigilia dell’imminente presentazione del piano d’impresa, non sono certo rassicuranti e confermano solo, semmai, la volontà di accelerare il declino dei servizi postali, sempre più abbandonati a se stessi e affidati alla dedizione e all’attaccamento di migliaia di lavoratori impegnati giorno per giorno a lottare tra contraddizioni e crescenti difficoltà.
La CISL, Organizzazione responsabile, prima di intraprendere qualsiasi azione, auspica di essere smentita dai contenuti del piano, ma nelle more, è indispensabile attenersi alle regole ed ai contenuti degli accordi ancora vigenti. A cominciare proprio da coloro che detengono le “chiavi della gestione”, che si convincano, per primi loro, che solo con il rispetto delle regole condivise possiamo ancora scorgere uno spiraglio di luce per il futuro dei servizi postali.

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