Recapito, continua il disastro. Adesso si colpiscono i lavoratori!

Il Recapito, almeno per quanto riguarda questa provincia, ha ormai da tempo raggiunto livelli di inefficienza e di instabilità organizzativa come mai in passato: tempistiche delle consegne non rispettate, giacenze di posta per svariate centinaia di KG. e per migliaia di raccomandate e pacchi, grandi difficoltà e disagi per i lavoratori.

A nulla, di fatto, sono servite le centinaia di assunzioni di risorse CTD (peraltro drasticamente ridotte dal prossimo mese di gennaio), come non è servito lo spropositato utilizzo di prestazioni aggiuntive continuamente richieste agli addetti (incluso il recapito nelle giornate di sabato e domenica!). Il caos regna sovrano e lo straordinario investimento economico messo in atto dall’azienda, nel vano tentativo di “salvare il salvabile” ha persino accentuato le difficoltà e le problematiche “fragorosamente” esplose nei Centri.

Avevamo già segnalato e purtroppo previsto tutte le questioni che, inevitabilmente, in questi giorni sono emerse con più forza (vedi nota del 18/10 u.s.) e che evidentemente non sono state colte da chi, nel ruolo, avrebbe dovuto avere l’ ”intuito” oltre che il dovere di rimuovere dalla base quegli ostacoli, di chiara natura “sistemica”, che pure erano sotto gli occhi di tutti.

I livelli di produttività individuali hanno raggiunto livelli altissimi ma noi riteniamo che la produttività, più in generale, non si misura e non si ottiene con il numero di lavoratori applicati e con il numero delle ore lavorate !

Solo la capacità di un puntuale sistema organizzativo può generare produzione, trascinando con sé crescita e sviluppo. I risultati che leggiamo lo dimostrano.

Esaurita adesso la fase della “più facile soluzione” (più risorse e più ore lavorate e più costi), assolutamente infruttuosa anzi dannosa, si cambia strategia. Come in un film già visto, goffamente e in maniera sommaria, si va alla ricerca dei “colpevoli” naturalmente da individuare tra i terminali della filiera, più di ogni altri esposti, alla vergognosa inefficienza organizzativa che essi stessi sono stati costretti a subire in questi ultimi drammatici mesi!

Responsabili e staff dei Centri, addetti a tutti i livelli (ALI e PTL), tutti nel calderone delle responsabilità.

Lavoratori con anni di professionalità acquisite, lavoratori che nel tempo hanno saputo “metabolizzare” i cambiamenti e le trasformazioni, che hanno fatto del sacrificio personale l’arma principale del rilancio. Oggi, molti di costoro, sono improvvisamente messi in discussione, individuati come gli artefici delle pessime performance aziendali nel recapito e del disastro annunciato e compiutosi sul territorio.

Non basta che nei Centri “tutti fanno tutto”, che i ruoli e le competenze sono da tempo saltate; tutti a remare freneticamente, senza che si intraveda all’orizzonte un “approdo”: Responsabili che fanno i Capisquadra; Capisquadra che fanno i portalettere; portalettere che fanno gli ALI; lavoratori che fanno dodici ore al giorno rinunciando agli affetti e anche ai diritti (vedi ferie). Tutto ciò spesso in assenza di sicurezza e di spazi adeguati, esposti alle personali responsabilità contrattuali, civili e penali che inevitabilmente, nel caos, sono pronte a emergere.

NON BASTA! Che l’azienda forse ne richieda anche la “pelle”? Probabile a questo punto, non resta altro!

Dopo i primi interventi di carattere disciplinare nei confronti di PTL ora ad essere preso di mira è il middle management, attraverso “avvertimenti” di possibili avvicendamenti, con minacce (neppure velate) di trasferimento, con le improvvise “visite” dei Centri con le preordinate ramanzine scenografiche pubbliche, con incessanti pressioni in tutte le ore del giorno (e della notte…). Sono queste le ultime armi, poco dignitose quanto meno, rimaste in mano all’azienda; quelle che in genere si utilizzano quando non si sa più “che pesci prendere”.

Il Recapito in questa provincia, in queste condizioni e con queste soluzioni, non vedrà MAI la luce anzi, allontana sempre di più la fine del tunnel. Ma se l’ancora di salvezza, come qualcuno in azienda auspica e prevede, è rappresentata dalla riduzione di prodotto da recapitare allora noi affermiamo che ciò è gravissimo: il lavoro e il destino dei lavoratori di quest’azienda non può dipendere dalle chiare ed obiettive incapacità di chi edifica solo castelli di sabbia, per di più con la presunzione e l’arroganza di attestarsi sulle proprie perdenti posizioni, escludendo ogni diversa progettualità rivolta ad possibile e necessario recupero.

Per quanto ci riguarda, sarebbe stato sin troppo facile bloccare definitivamente il sistema: bastava una semplice proclamazione di sciopero di prestazioni aggiuntive per mettere inesorabilmente in ginocchio l’azienda. Solo per scelta responsabile non lo abbiamo fatto! Adesso però la misura è colma e con il nuovo anno andremo in fondo alla questione, preannunciando sin d’ora opportune iniziative.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
Originale firmato


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