Sarà la posta del futuro ma a Catania non funziona nulla!

Di recente la città di Catania è stata interessata dal nuovo modello di recapito “Joint Delivery” e, nello specifico, si è proceduto con l’implementazione dei CPD Ferrari, La Rena e Rapisardi.
Superato il periodo iniziale che, fisiologicamente, con le nuove procedure e le nuove articolazioni, ha prodotto in categoria disagi e alti livelli di stress, credevamo che, giunti ad oggi, le nuove condizioni si fossero stabilizzate, normalizzandosi le attività.
Ciò purtroppo, non è affatto avvenuto e il clima che si respira all’interno dei nominati Centri non è certo sereno e il caos e l’improvvisazione regnano ancora sovrane.

Il nuovo modello di recapito prendeva le mosse dalla necessità di contenere le perdite di bilancio in primis e al contempo di renderlo competitivo rispetto ad un mercato della corrispondenza tradizionale in crisi e per questo si andava alla ricerca di nuovi spazi, che possono intravedersi essenzialmente nello sviluppo dell’ecommerce e quindi nel recapito dei PACCHI.

Il problema principale nasce proprio dalla difficoltà di rendere appena eseguibile il principale obiettivo, difficoltà derivata soprattutto dalla carenza dei mezzi idonei a soddisfare tale primaria esigenza! E sino a quando l’azienda riterrà che per consegnare i PACCHI è sufficiente utilizzare uno scooter, questo progetto può dirsi sin d’ora destinato a naufragare! E’ pensabile che i PTL della nuova articolazione (Linea Business), istituita allo scopo (e non solo), utilizzino il motomezzo per recapitare un prodotto di norma voluminoso? Ed ammesso che sia di ridotte dimensioni, quanti di questi oggetti possono essere contenuti nel bauletto di uno scooter? Appare talmente banale al questione che viene persino difficile a riportarla! Inoltre, è bene ribadire, le “Linee Business” non sono i “factotum” dei Centri e neppure le “scorte” al servizio di tutte le zone! I PTL assegnati alla LB hanno in affidamento delle aree ben precise e ben delimitate ed anche costoro hanno assegnato un numero massimo di oggetti a firma, come stabilito negli accordi. Il loro utilizzo dovrebbe essere strategico e fondamentale ai fini della qualità del servizio. Spesse volte così non è!

Lo stesso dicasi per quanto riguarda i PTL delle zone universali dotati di motomezzo: anche a questi ultimi, per la sub-zona del giorno, viene affidato il recapito dei PACCHI oltre naturalmente alla consegna della corrispondenza ordinaria e degli oggetti a firma (Raccomandate, AG, ecc. ecc.). Ha idea l’azienda in quali condizioni di sicurezza è costretto ad uscire un PTL? E con quale carico di lavoro? Le giacenze rappresentate da diverse migliaia di oggetti a firma non recapitata dovrebbe essere ormai notoria ed indica le vistose lacune organizzative del servizio.

E sarebbe pure ora di evitare una volta per tutte i soliti “mezzucci” che “drogano” l’andamento dei servizi, che servono solo a nascondere le reali necessità: l’azienda, disattendendo ogni regola e normativa in merito, pare che utilizzi i PTL della Linea Mercato, i Caposquadra e persino personale inidoneo ad “appoggiare” direttamente in zona gli oggetti (a firma) da recapitare al PTL, saltando ovviamente tutte le regolari procedure in vigore. Tale “strana” attività, che implica gravi responsabilità a carico di coloro che si trovano costretti ad eseguire lo “scambio” in strada, obbliga il PTL a rimodulare l’itinerario, con grave dispendio di tempo e di energie e, il più delle volte, parte degli oggetti affidati fanno rientro nel CPD.

Anche nei servizi interni di smistamento non vi è adeguata attenzione malgrado la funzione strategica che oggi essi rappresentano: applicazione di personale non formato; ruoli che trascurano le proprie attività (CS, MQ e anche Responsabili) per applicarsi nel T&T; super lavoro organizzato male e ritardi nelle uscite dei PTL; spazi inadeguati e pericolo di continui smarrimenti di oggetti; locali invivibili.

Condividiamo, perché “così è”, il forte calo di posta tradizionale ma, a ben vedere, nei tre Centri della città di Catania, tale fenomeno appare più contenuto anzi, se guardiamo al prodotto a firma (Raccomandate e AG) gli arrivi sono sempre sostenuti e non si conciliano affatto con il recente “taglio” delle zone di recapito. Non lo diciamo noi, basta dare un’occhiata ai Mod. 28 giornalieri dei PTL e ai report (onesti) dei Centri. E come si concilia con la “riorganizzazione” il fatto che ogni sabato vengono erogate centinaia di ore di straordinario? Non è già questo un segnale indicatore?

In tali condizioni riteniamo che competere con gli altri soggetti sul mercato dell’e-commerce diventa impresa difficile. L’impegno della categoria, che ha dimostrato di aver ben compreso le nuove necessità, è straordinario come forse mai in passato ma i feedback da parte aziendale non sono affatto in linea con le aspettative ed esigenze prospettate dalla base, disillusa e amareggiata ogni giorno di più.

Riteniamo pertanto necessario che l’azienda dia, nell’immediato, un assetto stabile e funzionale a tutta l’”architettura” del nuovo modello del recapito, a cominciare dall’impiego di mezzi idonei alla bisogna (automezzi per tutte le Linee Business, subito); ristabilisca i ruoli e le mansioni; ottimizzi e perequi rispettivamente i tempi e i carichi di lavoro dei PTL, rendendoli sostenibili agli stessi; esiga il rispetto dell’orario di lavoro e di uscita dei PTL; non costringa il personale ad agire contro le norme recando danno al servizio e mettendo a rischio le soggettive responsabilità dei lavoratori stessi; formi adeguatamente il personale (T&T); tuteli la sicurezza dei lavoratori che operano sia all’esterno che all’interno delle strutture.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che ogni giorno mortificano ed avviliscono i lavoratori dei Centri di recapito: “non funziona nulla” è la frase che ogni giorno serpeggia nei Centri tra i lavoratori di ogni ordine e grado, che con senso di responsabilità e spirito di sacrificio cercano, in solitudine, di affrontare il “nuovo” e di limitare i danni. Il grande assente è l’Azienda che si vede ormai solo quando nei giornali dichiara trionfalmente che questa è la “posta del futuro”. Ma di futuro, per migliaia di lavoratori del recapito, purtroppo se ne intravede ben poco.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)
Firmato originale


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