CMP: inutili tensioni e clima pessimo. Ne risponda qualche Capo

Raccogliendo le continue recriminazioni dei lavoratori del CMP, la scrivente rileva il pessimo clima che in atto si registra in alcuni Reparti di produzione della struttura in parola, privando di serenità e dedizione al lavoro gli addetti. Ciò avviene a seguito di taluni comportamenti arroganti e provocatori attuati da qualche Capo nell’esercizio di un ruolo che, interpretato con questi modi, arreca solo gravi danni, sia ai servizi che alla gestione delle risorse stesse.

Detti comportamenti che, per decenza, si evita in questa occasione di puntualizzare nei dettagli, si continuano da diverso tempo, malgrado i numerosi tentativi atti a ricomporre le questioni che la scrivente ha effettuato anche di recente, sia in maniera diretta sia attraverso il coinvolgimento dei ruoli superiori.

Non si contano più i lavoratori che hanno dovuto subire insulti e minacce come non si contano più gli episodi che generano scontri e tensioni per cause che nulla hanno a che fare con l’organizzazione dei processi di lavorazione, ma piuttosto rappresentano pretesti finalizzati all’ “attacco” della persona. E in un clima siffatto è facile prevedere una qualche scomposta reazione da chi non riesce più a frenare l’umana pazienza!

L’azienda ne è perfettamente a conoscenza ma, ad oggi, non si notano segnali utili a porre fine alla triste quanto evitabile problematica, che rimane del tutto ignorata da chi è preposto e che rischia di causare, prima o poi, più gravi conseguenze.

Questa O.S. ritiene invece che i lavoratori hanno bisogno di ricevere ben altro dai rispettivi riferimenti superiori, di potere operare in un clima di condivisione e di mutua collaborazione, per raggiungere comuni obiettivi; e ciò vale, a maggior ragione, soprattutto per coloro che sono applicati in strutture altamente strategiche, sottoposti ad orari a turnazione continua h.24, dove le condizioni di stanchezza e di stress psicofisico spesso raggiungono soglie di sopportazione non indifferenti.

Questi lavoratori non hanno certo bisogno dei “segugi” che confondono il ruolo prettamente organizzativo con quello ispettivo, pensando forse di impreziosire le dubbie capacità per cui si è pagati “alzando il tono della voce”. No, i lavoratori della produzione non hanno certo bisogno di questi riferimenti.

Lo sciopero delle prestazioni aggiuntive indetto unitariamente “inquadra” anche questo tipo di problematiche che, seppur circoscritte ed isolate, evidenziano come ancora in questa azienda sopravvivono arcaiche realtà che si credevano superate ma che invece la stessa azienda tollera e forse persino condivide.

La scrivente rimarrà vigile rispetto a quanto testé espresso, non escludendo ulteriori e più decisi interventi qualora la problematica rimanga irrisolta.

Il Segretario Territoriale
SLP – CISL CATANIA
(Salvo Di Grazia)


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