Attuazione FASE II intesa Governo e Cgil, Cisl e UIL sulla previdenza

Cari amici,

nella giornata di ieri si è svolto l’incontro con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, sull’attuazione della “Fase due” dell’intesa del 28 settembre 2016 sulla previdenza che ha riguardato, specificatamente, le tematiche relative alle prospettive previdenziali dei giovani e allo sviluppo della previdenza complementare.

Il Ministro Poletti ha illustrato alcune ipotesi di soluzione volte a migliorare l’accesso alla pensione dei lavoratori e delle lavoratrici con una prima occupazione successiva al 31/12/95 che avranno pensioni interamente calcolate col metodo contributivo.
In particolare per questi viene proposta il miglioramento del vincolo che attualmente consente l’accesso al pensionamento con 66 anni e 7 mesi di età, con un’anzianità contributiva minima di 20 anni, in presenza di un trattamento pensionistico maturato almeno pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale rivalutato alla crescita del PIL nominale. La proposta prevede che l’accesso al pensionamento sia consentito in presenza di un trattamento pensionistico di importo pari a 1,2 volte l’assegno sociale.

Per compensare il rischio che il trattamento pensionistico così maturato non risulti adeguato ai bisogni di vita nell’età anziana il Governo propone che, per gli aventi diritto all’assegno sociale, la pensione liquidata secondo il sistema contributivo non venga considerata, ai fini della corresponsione dell’assegno sociale stesso, per un importo pari al 50% della pensione stessa e comunque non oltre in 50% dell’assegno sociale (attualmente la pensione a calcolo contributiva non viene considerata ai fini della corresponsione
dell’assegno sociale per un importo pari ad 1/3 della pensione stessa e comunque per un importo non superiore a 1/3 dell’assegno sociale).

Pur valutando positivamente la riduzione a 1,2 della soglia che lega il pensionamento al raggiungimento di un trattamento pensionistico almeno pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale, abbiamo evidenziato l’esigenza che venga rimossa la soglia che lega la possibilità di pensionamento nel contributivo a 63 anni e 7 mesi al raggiungimento di un trattamento pensionistico di importo pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale, con un’anzianità contributiva almeno pari a 20 anni di lavoro effettivo.
Al tempo stesso, come Cisl, abbiamo anche ricordato l’esigenza che nel 2019, sia per i pensionamenti col sistema misto, sia per quelli col sistema contributivo, venga bloccato l’eventuale aumento dei requisiti pensionistici per effetto dell’eventuale incremento dell’aspettativa di vita. Ciò anche in considerazione di una situazione economica ancora fragile, che non offre adeguate opportunità di turnover della forza lavoro. Nel metodo contributivo, peraltro, l’incremento dell’aspettativa determina una doppia penalizzazione, sia agendo sull’aumento dei requisiti pensionistici, sia sul calcolo della pensione, attraverso la riduzione periodica dei coefficienti di trasformazione. E’ per noi importante arrivare ad una soluzione che impedisca che i requisiti di pensionamento previsti nel metodo contributivo crescano ulteriormente per effetto dell’incremento dell’aspettativa di vita

Per quanto riguarda la previdenza complementare il Governo ci ha prospettato la possibilità di una riapertura di una finestra temporale di “silenzio – assenso”, impegnandosi a definirne le modalità e ha dato la disponibilità a proporre l’equiparazione della disciplina fiscale sulle prestazioni di previdenza complementare dei lavoratori pubblici al livello di quella più conveniente vigente per i lavoratori privati. Come Cisl abbiamo anche chiesto al Ministro l’apertura di un tavolo istituzionale per favorire, in condizioni di libertà, l’investimento dei fondi pensione nell’economia reale, eliminando gli ostacoli che attualmente si frappongono alla possibilità dei fondi stessi di investire in condizioni di sicurezza ed in strumenti di medio – lungo termine almeno una parte del risparmio gestito. Il Governo intende inoltre migliorare ulteriormente ed agevolare l’utilizzo di RITA ai fini dell’Anticipo pensionistico.

Lo sviluppo della previdenza complementare resta fondamentale sia per conseguire pensioni più adeguate, sia un’opportunità per chi vuole utilizzare RITA ai fini dell’anticipo pensionistico, sia infine una potenzialità per far crescere gli investimenti nell’economia reale.
Su queste ed altre questioni è stato già programmato uno specifico incontro che si terrà il 13 settembre p.v. in occasione del quale il Governo si è riservato di effettuare gli ulteriori approfondimenti e di fornire una risposta alle nostre richieste. Vi ricordiamo, inoltre, il 7 settembre p.v. è previsto un incontro Governo – OO.SS. sugli altri temi oggetto della “Fase II” del confronto.
In conclusione si è trattato di un incontro interlocutorio nel quale sono state avanzate ipotesi di soluzione positive su una parte dei temi relativi alla “Fase due” ma ancora ancora non sufficienti per tenere insieme, secondo lo spirito dell’intesa del 28 settembre
2016, il necessario ripristino delle condizioni di flessibilità nell’accesso al pensionamento con il tema dell’adeguatezza dei trattamenti pensionistici.

Fraterni saluti.
Il Segretario Confederale
Maurizio Petriccioli


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