18 luglio 2014
Vengono consegnate in questi giorni, a decine e decine di DUP, in tutto il territorio regionale, delle lettere “riservate-personali” con le quali la dirigenza aziendale invita ciascun DUP a “riconsiderare la situazione” dei propri UP, e ad “attivarsi attraverso una pianificata attività promozionale/commerciale dei prodotti di Poste Italiane, con particolare riferimento a quelli a più alto valore aggiunto o contenuto relazionale, nonché a porre in essere tutte le azioni utili al miglioramento dei livelli di qualità e conformità…” fino al raggiungimento dei “livelli di performance coerenti con i risultati attesi di periodo”.
Il “rientro” delle “criticità” dovrà avvenire entro il mese di Settembre.
Qualche premessa e, poi, qualche successiva considerazione.
Ci si ricorderà (i DUP lo ricordano, tutti) come non più di qualche anno fa questa regione era tra le migliori d’Italia (forse la migliore?). Ed a quel tempo tanti Dirigenti si incensarono e, probabilmente, assunsero meriti d’altri.
Adesso, nel 2014, dopo appena qualche anno, si scopre che questa regione “è l’ultima d’Italia” (ed anche quì ci sarebbe parecchio da dire su “come” si leggono i numeri, perché troppo spesso in questa Azienda si utilizza una matematica ad hoc che fa a cazzotti con quella imparata sui banchi di scuola…).
E gli stessi dirigenti di allora non trovano di meglio che puntare il dito. Sui DUP, ovviamente. Improvvisamente rincitrulliti, lontani mille miglia dai dettami aziendali, ecc. ecc. ecc.
Qualcosa non torna.
Francamente è ora di finirla con tali atteggiamenti accusatori e che misconoscono la realtà
di una terra allo stremo e di una azienda che, in questa derelitta terra, ne assume, per intero, la
faccia, le contraddizioni e le problematiche.
Che non possono essere scaricate sul solito agnello sacrificale.
Ci sono responsabilità enormi su TUTTA la catena organizzativa aziendale (dalle Filiali al
Centro), c’è uno sfascio organizzativo sotto gli occhi di tutti, c’è incapacità gestionale a tutti i
livelli. Mica sarà colpa del DUP?
Ci sono intere squadre “romane” calate per portare il verbo e svegliare i DUP dal torpore.
Con quali risultati, ci chiediamo, se a distanza di venti giorni arrivano le lettere ed i solleciti? Ci sono stati incontri, anche pesanti nel linguaggio e nei messaggi. Che hanno prodotto? Adesso ci sono le lettere per i direttori.. (Nei prossimi giorni ci dobbiamo aspettare lettera di richiamo anche per i consulenti ?)
Ma non è che il problema “NON SONO I DUP”? E non è che il “PROBLEMA” sta altrove?
Qualcuno ha oggettivamente analizzato le condizioni lavorative di gran parte degli uffici di questa regione? Che ben oltre del 40% del personale OSP è part time? Se non ci si rende conto, chiedetelo ad un DUP cosa vuol dire organizzare un ufficio con metà del personale che entra, esce, impara, poi scorda, poi reimpara, poi sbaglia (perché è umano e “naturale”). Chiedete delle difficoltà, immani, per professionalizzare queste risorse che, appena un pelino esperte, transitano immediatamente in qualche sala consulenza e si è costretti a ricominciare in un gioco al massacro infinito.
Avete presente le “lunghe assenze” a qualsiasi titolo effettuate (104, malattie, astensione maternità, ecc.)? Di chi la “colpa”. Del DUP ?
Ed i Tempi di Attesa? La “possibilità” di fare proposizione agli sportelli? Come? Le contro transazioni sui bollettini, quando il sistema non permette più le preautorizzazioni sulle carte, come evitarle? I falsi allarmi? Che non vengono cancellati neanche se si dimostra che esistono guasti che li hanno determinati. La burocrazia ? Di chi la colpa? ancora dei DUP?
Potremmo continuare a lungo. Ci spiace ma avete sbagliato bersaglio, tempi e misura.
E’ ora di dire basta. Che ciascuno, da Roma in giù, prima di additare e scaricare responsabilità proprie sui DUP faccia un esame SERIO su COSA egli ha fatto per mettere questi Lavoratori in condizione di dare il contributo che, da sempre, hanno sempre offerto. Con professionalità e dedizione.
Oltre ad essere ingeneroso, è profondamente scorretto e forse anche controproducente.
Ma si sa. In questa azienda lo sport preferito (forse l’unico che si è in grado di fare…
neanche tanto bene) è mettere pressione, pressione, pressione. E scaricare verso il basso.
A questo non c’è mai stata alternativa. E’ molto più semplice, molto meno faticoso che pensare, elaborare strategie e risolvere i problemi, sicuramente molto meno costoso.
IL COORDINATORE REGIONALE QUADRI
(G.STRANO)
IL SEGRETARIO REGIONALE SLP-CISL
(G. LANZAFAME)
PALERMO, 18.7.2014