LETTERA APERTA ALLA DIRIGENZA DI POSTE “Servizi postali: Accordi, regole, diritti stravolti”

 

LETTERA APERTA ALLA DIRIGENZA DI POSTE
“Servizi postali: Accordi, regole, diritti stravolti”

12 gennaio 2014

Abbiamo atteso, come consuetudine, il giusto tempo dopo la firma degli accordi, fiduciosi che questa volta i contenuti venissero rispettati. Purtroppo, allo stato attuale non è cosi, nonostante più volte abbiamo evidenziato nelle sedi e negli incontri opportuni i continui disallineamenti rispetto ai contenuti dell’accordo.

Abbiamo più volte rilevato comportamenti aziendali cinici, bendati, volti solo alla ricerca solo di immediati obiettivi senza tenere conto delle regole, dei diritti e della qualità del servizio.

Registriamo e denunciamo un crescente affermarsi di azioni approssimative, di emergenze continue, di una ossessiva attenzione all’oggi senza passare attraverso una seria programmazione. Un azienda che continuamente scarica le responsabilità sulla squadra alla quale, nel contempo, toglie i minimi sostegni.

Il clima che si è ingenerato non ci piace ed è in progressivo degrado.

Evidenziamo da tempo il venir meno dei mestieri, i ruoli, l’etica, i tempi di lavorazione, le competenze e a volte anche l’educazione del vivere civile, mentre dall’altra parte le priorità sono divenute i budget delle ferie, il risparmio, il taglio orizzontale e verticale degli strumenti e dei diritti normativi ed economici.

Ancora, un taglio alle sostituzioni stabilite dagli accordi (CTD), alle missioni, al mancato rispetto degli orari di lavoro, alla sicurezza.

Francamente non ci sembrano questi i contenuti dell’accordo sui servizi postali, che noi continuiamo a sostenere e difendere quale strumento utile al progressivo rilancio del servizio ed alla difesa del lavoro.

Allora riteniamo che occorra una dirigenza che non abdichi al proprio ruolo e che decida, invece di nascondersi dietro l’alibi del “non dipende da me”. Cosi come alibi sono divenuti la crisi economica, la crisi del prodotto e la crisi del lavoro.

Temi, questi ultimi, quanto mai attuali se utilizzati come argomenti di seria riflessione e non come strumenti di pressione nei confronti dei lavoratori.

Non serve sostenere i progetti utilizzando i sorrisi e un clima brioso quando poi nella realtà si nascondono disagi, perplessità e tanta preoccupazione per il futuro dei lavoratori.

Rivolgiamo un appello forte alla dirigenza affinché cambi rotta, ridia speranza, attuando una riorganizzazione seria e rispettosa degli accordi condivisi, senza finzione, fuori dai freddi numeri e dalle colorate slides che offuscano la cruda realtà.

Occorre restituire ad ognuno il ruolo spettante al fine di rispettare la clientela sui tempi e sulla qualità del servizio. Occorre ridare la serenità ai lavoratori e ai responsabili a tutti i livelli che hanno creduto nel lavoro e nei servizi postali.

Non ci sono altre ricette!

Per quanto ci riguarda, nel rispetto delle intese, se entro breve tempo non riscontreremo tangibili inversioni di rotta saremo costretti, nostro malgrado, ad intraprendere iniziative a tutela del lavoro, dei diritti e del futuro.

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