Immobilismo aziendale sui temi della qualità e dello sviluppo e i lavoratori pagano: la CISL dice basta.

13 novembre 2014

L’immobilismo aziendale rispetto ad importanti temi, ormai di irrimandabile attuazione, induce questa O.S. a rompere gli indugi e mettere fine all’attesa nella speranza che si snodino e che si sviluppino le annunciate ma mai dichiarate strategie che si apprendono, per la gran parte, solo dai “corridoi”.

Il progetto di privatizzazione proclamato e pronto a tradursi in esuberi e quindi a tagli e ridimensionamenti, alla chiusura di Uffici e ad una nuova organizzazione del recapito,(ci auguriamo di essere smentiti sui tagli) non può dipendere principalmente da contesti esterni anche se più autorevoli e da decisioni da prendere su tavoli che non sono quelli del confronto con le OO.SS. di categoria. I costi del Servizio Universale, il rinnovo della convenzione con CDP, la digitalizzazione, la quotazione in borsa, l’esigenza di fare cassa da parte del Governo: tutti temi di estremo interesse che disegneranno il futuro a breve termine dell’azienda, ma che distraggono e offuscano le urgenze di carattere più funzionale rispetto alla produttività e allo sviluppo che in ogni caso non possono essere perse di vista.

La lunga attesa nasconde il rischio di non poter più recuperare il tempo perduto!

Si naviga a vista e senza mete prefissate, la qualità che assicura il futuro non interessa più a nessuno se non a parole e i lavoratori della Sicilia, a tutti i livelli, scontano l’assordante silenzio!

Si attendevano segnali chiari, forti e decisivi capaci di dare indirizzi e riportare ognuno nell’ambito dei rispettivi compiti dettati dai ruoli e invece si propagano prematuri allarmismi, caos organizzativi, rassegnazione in taluni “capi” che hanno deposto ormai le armi. Vige un pericoloso “fai da te” un vero e proprio Far West quotidiano in ogni ambito e in ogni grado, senza un mimo
accenno verso un cambiamento di rotta.

L’andazzo che si coglie non trova però impreparata la scrivente che, ancora una volta, non è disposta a rimanere inerme rispetto al desolante quadro rappresentato rilevando le più indifferibili necessità che preoccupano e frastornano i lavoratori che alla fine sono coloro che maggiormente sono esposti alle chiare evidenze sotto elencate:

– Gravi disagi di carattere operativo e commerciale negli UP: personale applicato eternamente insufficiente; mancate sostituzioni di personale assente (malattie, infortuni, benefici di legge, congedi spesso obbligati) con ridottissime coperture delle postazioni al minimo indispensabile.

– Eppure in Sicilia insistono oltre 1200 (su 3200 osp) lavoratori Part Time, in ambito MP e 15 in ambito SP che l’Azienda si ostina a mantenere in condizione di estremo precariato e che hanno perso le speranze di vedersi trasformato il contratto a tempo pieno, dopo che l’azienda “ha fatto cassa” con il progetto mix e svincolo.

– A fronte delle esigenze che giornalmente affliggono gli UP, si ritiene inspiegabile assistere alla completa indifferenza dell’azienda rispetto a una problematica che ormai ha assunto un carattere di rilevanza sociale.

– Rischi sempre maggiori per i lavoratori, sia in ambito MP che SP sempre più “incalzati” da
disposizioni verbali in contrasto alle regole scritte: momento per momento esposti a gravi conseguenze e a pene non solo di carattere amministrativo. E quando non sono verbali le
disposizioni giungono come un fiume in piena, sommergendo gli Uffici e diventando di fatto
inutili carteggi che nessuno trova il tempo di consultare ma, poco male, l’azienda è interessata solo alla firma di presa visione (vedi es. COI).

– Pletora di provvedimenti disciplinari emessi senza contraddittorio, incontestabili e senza alcuna possibilità di accoglimento delle opportune giustificazioni: ci si chiede a che serve sollecitare le discolpe per poi ugualmente agire secondo codici stabiliti unilateralmente, preordinati e preconfezionati. Ed appare emergere un pericoloso contesto “assolutista e giustizialista” come mai in passato: provvedimenti abnormi e sproporzionati, dove a più riprese si minacciano sospensioni e licenziamenti (già avvenuti) se non il ricorso a responsabilità patrimoniali enormi che un lavoratore non riuscirebbe a fronteggiare con gli stipendi di una carriera trentennale (anche questo già avvenuto).

– Formazione, convocazioni, sicurezza, orari di lavoro, cambio mansioni specialisti poste impresa, mancanza di motomezzi/autovetture, ferie, ecc. ecc. sono “gestite” senza coniugare regole e qualità dei servizi alla clientela.

– Servizi Postali, compresi grandi centri, completamente alla deriva e abbandonati alla “creatività” del personale addetto (Responsabili, MQ, CS e anche PTL) che si regge soltanto grazie alle iniziative personali e all’attaccamento dei lavoratori al servizio che, dalla stessa azienda, viene giudicato in declino o/e “palla al piede”. Come definire il comportamento aziendale rispetto all’incremento di prodotto postale (Raccomandate internalizzate in alcuni comuni della Sicilia) dove vengono definite nuove zone di recapito ma dove non viene applicato, conseguentemente il personale? (carenza strutturale 270 di cui 130 da mesi, inidonei al recapito). Utilizzare giovanissimi addetti CTD, inesperti e senza alcuna formazione è l’evidente dimostrazione del completo disinteresse aziendale rispetto alla qualità. “Rammentiamo che il ricorso ai ctd deve avvenire per sostituzione di breve durata”. Inoltre non si è provveduto, volutamente, ad adeguare il personale addetto ai servizi interni né di attrezzare con mezzi e arredi i Centri maggiormente interessati. Risultato: centinaia di zone quotidianamente non servite per lungo tempo, casellari strapieni e corrispondenza pregiata sparsa in ogni luogo senza ordine e spada delle
responsabilità sempre puntata sui lavoratori al minimo disguido.
Si è persino giunti al punto che la clientela, in molti casi, ha preso l’abitudine di recarsi direttamente presso il Centro per cercare di avere la propria corrispondenza e in alcuni casi i malcapitati lavoratori hanno dovuto affrontare le ire e le minacce di chi attende invano un servizio.
Questa O.S. pertanto e per i motivi testé esposti (e tanti altri che comunicheremo) apre conflitto di lavoro, costituendo la presente l’attivazione delle procedure di raffreddamento come previsto dall’art.17 del CCNL.

Palermo,12.11.2014 Il Segretario Regionale slp cisl
(G.Lanzafame)

Via M. Stabile, n. 136/c 90139 Palermo- Tel. 091 332351 091 332446 fax 091 324150

Scarica PDF